Editoriale di ALBERTO CONTRI – autorizzazione alla pubblicazione dell’autore
Il 29 aprile scorso il Corriere della Sera, fin dall’inizio della pandemia alfiere dell’efficacia e sicurezza dei cosiddetti “vaccini” anti-Covid-19, ha concesso una pagina intera a Susanna Tamaro per un lungo articolo che osservava come “L’esperienza del Covid abbia lasciato cicatrici profonde, passioni intense e prolungate che nel tempo corrodono ogni ragionevolezza”.
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È sicuramente un segnale della pressione della verità che sta emergendo da un crescente numero di lavori scientifici indipendenti su effetti avversi anche mortali, malattie autoimmuni un tempo rare, turbo-cancri e molto altro. E soprattutto da un apparentemente inspiegabile aumento della mortalità generale dal 2020 al 2023 nei Paesi a più alto tasso di vaccinazione. Dato sul quale le istituzioni della salute si rifiutano di avviare studi statistici, smettendo pure di pubblicare i consueti bollettini su questa fondamentale casistica.
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Queste sono notizie che non si trovano sui giornali mainstream o nei tg. Persino della richiesta di ritiro dell’autorizzazione “sperimentale” del vaccino di AstraZeneca da parte dell’azienda stessa si dice poco o nulla, e quel poco che si si dice riporta la tesi di un ritiro per motivi commerciali.
Solo il quotidiano La Verità ha riportato i verbali del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) dai quali si evince che molte scelte, inclusi i lockdown, sono state di carattere politico più che scientifico. Si è così appreso che diversi componenti del CTS esprimevano i loro dubbi nelle riunioni riservate – specie in occasione della morte per trombosi di Camilla Canepa – ma nelle dichiarazioni pubbliche si sgolavano nel garantire l’efficacia e la sicurezza dei cosiddetti vaccini anche nei bambini, nelle donne incinte e nei guariti. Le cosiddette “virostar” (con più o meno corposi conflitti di interesse) sono state testimonial di una fortissima campagna promozionale per la vaccinazione con farmaci del tutto “sperimentali”, come ha confermato la stessa AstraZeneca nel sollecitare il ritiro dell’autorizzazione.
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Ha scritto in proposito la Tamaro: “Davanti a questa incertezza terapeutica non ho potuto non chiedermi cosa giustificasse le drammatiche limitazioni della nostra libertà, che hanno distrutto l’economia oltre a devastare l’equilibrio e la salute mentale dei ragazzi, dei bambini e la nostra. Con scrupolo da scrittore, mi sono chiesta allora se fosse corretto il termine ‘vaccino’ perché ogni vaccino, secondo il vocabolario della lingua italiana, serve ad acquisire un’immunità attiva, ma la quantità di infettati vaccinati non ci parla di questo. Quando poi ho letto, sempre nello stesso bugiardino, che ‘è possibile, dopo la vaccinazione, sviluppare una miocardite e pericardite’, mi sono resa conto che nel frattempo, sui media, stava avvenendo qualcosa di non molto diverso dal gioco delle tre carte: tanto, nell’anno delle braccia conserte, tutte le morti erano dovute al Covid – in molti casi con tampone post mortem – altrettanto, a vaccinazione di massa avvenuta, nessun danno alla salute era conseguente al vaccino”.
Milioni di persone si sono convinte, spaventate da un virus con una mortalità media dello 0,5%, a farsi inoculare farmaci che a causa della velocità con cui sono stati realizzati e approvati, non sono stati sottoposti a basilari studi di genotossicità e carcinogenicità, come rilevò tempestivamente l’endocrinologo prof. Giovanni Frajese. Per non parlare delle nanoparticelle con ossido di grafene usate come vettori delle proteine Spike utilizzati nella produzione e non sottoposti ad autorizzazione, e che sono suscettibili di provocare altri problemi, attualmente oggetto di altre ricerche.
La direttrice marketing della Pfizer Janine Small, nel rispondere in un’audizione al Parlamento europeo al posto dell’amministratore delegato Albert Bourla – che aveva rifiutato la convocazione – disse ridendo: “Il nostro vaccino non è stato testato per prevenire l’infezione (e nemmeno per altri studi di base, nda) perché nessuno ce lo ha chiesto e perché comunque non c’era tempo”. Enorme quindi è stata la responsabilità degli enti regolatori che hanno concesso approvazioni sulla base di pochissimi studi, spesso incompleti o malfatti, come si è appreso di recente una volta che la Pfizer è stata obbligata da un Tribunale americano a fornire documenti che avrebbe voluto tenere segreti per 75 anni.
Non potendo qui entrare nel merito strettamente scientifico, cerchiamo di analizzare nel loro complesso quali sono gli elementi che hanno caratterizzato la gestione italiana di una pandemia che assomiglia sempre di più a un giallo. Il che ci autorizza a ricordare un famoso aforisma di Agatha Christie: “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”.
All’inizio, della sindrome Covid-19 non si sapeva granché. Si supponeva consistesse soprattutto in una pericolosa infezione polmonare, per cui i pazienti che si aggravavano venivano messi in terapia intensiva e anche attaccati alle macchine per la respirazione. Che vennero ben presto a mancare e così partì pure la caccia ai respiratori. Si cercava di combattere la desaturazione respiratoria, in molti casi impiegando pressioni eccessive, che hanno causato molti decessi lacerando tessuti polmonari già compromessi. Non era la soluzione giusta, se non per le forme gravi. Anche perché il virus prima di attaccare i polmoni aggrediva le prime vie respiratorie, e lì avrebbe dovuto essere fermato, invece di attendere.
Indizio n.1:
per capirci qualcosa ci volevano le autopsie, che però erano fortemente sconsigliate o impedite. Perché? Proprio grazie ad alcune autopsie eseguite a cura di medici “disobbedienti” si sono cominciati a capire meccanismi e tempistiche della sindrome: una prima fase meramente infettiva e virenica, che può e deve essere combattuta entro 3-4 giorni. Se si arriva alla seconda, l’infezione si trasforma in trombosi dei vasi polmonari e di altri distretti, e allora cominciano i guai seri.
Indizio n. 2:
Ignorando queste acquisizioni, il ministero della Salute ha imposto ai medici di base un protocollo noto come “Paracetamolo e vigile attesa”. Commettendo errori gravissimi che hanno mandato a morte molti anziani: perché mentre l’attesa fa progredire l’infezione, il paracetamolo riduce la febbre, antidoto naturale contro l’infezione stessa, e riduce l’attività antisettica e antiossidante del glutatione, altro importante alleato per combattere virus e batteri.
Indizio n. 3:
Nonostante i dubbi (tardivi?, nda) della CTS, il Governo ha deciso di imporre alla popolazione dei severi lockdown. L’infezione ha rallentato, ma secondo autorevoli epidemiologi e matematici come i prof. Joannidis (Stanford) e Fenton (Queen Mary) questo è avvenuto per la normale stagionalità. Mentre si è accelerata la perdita di posti di lavoro e l’economia è crollata; per non parlare dei danni permanenti causati agli scolari in difficoltà con la didattica a distanza (Dad). Con il senno di poi, inoltre, il confronto con i Paesi d’Europa che non hanno imposto lockdown è risultato del tutto impietoso.
Indizio n. 4:
Nell’imporre ai medici il suo protocollo, Il ministero ha di fatto vietato l’uso di farmaci sufficientemente efficaci e di normale reperimento, oltre che a basso costo, in grado di intervenire nella prima fase, come hanno dimostrato i medici di Ippocrate.org e centinaia di altri.
Indizio n. 5:
Governo e mass-media hanno suonato la stessa canzone: il vaccino era l’unica difesa contro il virus, che stava pure mutando. Chi osava sollevare dubbi o parlare di cure precoci veniva messo alla gogna e indicato come no-vax e untore. Tutti i mass media, con l’aiuto di virostar, attori, influencer, eccetera sono stati ingaggiati in questa caccia all’uomo. “Dal 5 agosto starete agli arresti domiciliari chiusi in casa come sorci” (Roberto Burioni). “Devono ridursi a poltiglia verde” (Selvaggia Lucarelli). “Mi divertirei con birra e popcorn a vederli morire come mosche” (Andrea Scanzi). “Rider, sputate nel cibo che consegnate ai no-vax” (David Parenzo). La più lieve è stata Lucia Annunziata: “Lo Stato deve prenderli per il collo e farli vaccinare”. Il più definitivo è stato Mario Draghi: “L’invito a non vaccinarsi è un invito a morire… Se non ti vaccini muori e fai morire”.
Indizio n. 6:
Un gruppetto di medici assai spregiudicati è stato trasformato in una squadra di star televisive pronte a minimizzare gli effetti collaterali e a tessere le lodi dell’efficacia e della sicurezza dei vaccini. Oltre che a demonizzare gli ospiti critici nei talk show. “Lei dice scemenze” mi disse una volta il dott. Pregliasco. Io risposi: “Ma sto leggendo i dati dell’UK Health Security Agency”. “Lei dice scemenze” insistette ridacchiando come sempre.
Indizio n. 7:
In anticipo su tutti, Italia e Francia hanno introdotto il green pass, che oltre a forzare le persone a vaccinarsi (pena la perdita del lavoro e l’esclusione dalla vita sociale), fu pericolosamente controproducente: la comunità scientifica internazionale ha nel frattempo scoperto che il vaccino non solo protegge per pochi mesi, ma la sua efficacia diventa ben presto negativa. Vale a dire che i vaccinati si infettano più facilmente! E che i vaccinati, contrariamente a quanto assicurato da Draghi, si possono ammalare e infettare altri. Motivo per cui i possessori di green pass si sono inevitabilmente trasformati in inconsapevoli untori con licenza di contagio.
Indizio n. 8:
Lancet pubblicò un articolo che sconsigliava energicamente l’impiego dell’idrossiclorochina, con dati del tutto scorretti. L’articolo fu sbugiardato e quindi ritirato con silenzioso imbarazzo, ma i mass media continuarono a stigmatizzare quel farmaco riferendosi allo studio taroccato. Recentemente la prestigiosa rivista scientifica Science ha ammesso che almeno metà degli articoli in circolazione sono redatti su pressione e finanziamento delle case farmaceutiche. La dott.ssa Marcia Angell, che per vent’anni ha diretto il New England Journal of Medicine, ha affermato: “Con riluttanza sono giunta alla conclusione che non è più possibile credere a gran parte della ricerca clinica pubblicata”. Il Premio Nobel per la Fisica 2022 John Clauser ha dichiarato: “Oramai la scienza è stata comprata”.
Indizio n. 9:
Difficilmente si trova una famiglia che nella cerchia dei propri amici e parenti non conosca un vaccinato che non abbia subito effetti collaterali anche gravi. Ma, secondo i rapporti ufficiali, nonostante la crescita esponenziale delle vaccinazioni, le segnalazioni degli effetti collaterali non vengono prese in considerazione. E secondo le istituzioni della Salute, molti di questi non mostrerebbero relazioni comprovate con il vaccino, anche perché l’algoritmo stabilito dall’OMS esclude sempre correlazioni possibili (!), e comunque non oltre 14 giorni dall’inoculo…mentre si è scoperto che le proteine Spike possono aggirarsi per l’organismo per molti mesi, e i disturbi della risposta anticorpale causata dai vaccini possono scatenare malattie autoimmuni anche molto più in là nel tempo. Gli esperti sanno però che la farmacovigilanza passiva in uso in Italia raccoglie ben poco: una ricerca ha dimostrato che gli effetti avversi rilevati sono di oltre 1.200 volte inferiori a quelli rilevati con il sistema v-safe americano, che è un po’ più preciso.
Indizio n. 10:
Le istituzioni internazionali che sovrintendono alla salute del mondo e quelle che autorizzano i farmaci sono ampiamente finanziate dalle case farmaceutiche: i regolati che garantiscono la sopravvivenza dei regolatori non costituiscono il massimo della decenza. Alla presidenza dell’EMA è stata nominata Emer Cooke, che per molti anni ha svolto il ruolo di lobbista per molte aziende farmaceutiche, Pfizer inclusa. Alcuni dirigenti ai vertici della FDA americana sono stati un anno fa assunti dai big Pharma. Grande esempio di porte girevoli.
Indizio n. 11:
Il British Medical Journal, ad opera del suo senior editor Peter Goshi, ha criticato aspramente l’FDA per aver violato una serie di procedure sempre rispettate per altri vaccini e farmaci, nel dare l’approvazione definitiva al vaccino Comirnaty (copia conforme del vaccino Pfizer in circolazione) prima dello scadere della fase di farmacovigilanza prevista per l’inizio del 2023. A seguito di questa decisione due alti dirigenti della FDA si sono dimessi.
Indizio n 12:
Ursula Von der Leyen ha acquistato dalla Pfizer vaccini per 23 miliardi di euro con una trattativa segreta via sms con l’Ad di Pfizer Bourla. Ma i messaggi li avrebbe perduti. Su questo fatto si è mosso un tribunale del Belgio e la stessa Corte dei Conti dell’UE. Ma data la scarsa velocità dei procedimenti, “mosso” è una parola grossa.
Indizio n. 13:
L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta facendo enormi pressioni per diventare il regolatore assoluto delle cure mediche e delle pratiche agricolo-alimentari di tutti i Paesi del mondo, sottraendo loro una parte importante della loro sovranità. Proprio mentre oramai l’OMS si è trasformato in un organismo mosso dagli interessi privati di Bill Gates e della Gavi Foundation, sempre partecipata da Bill Gates, che ha investito in aziende di vaccini e nel settore agricolo.
Come si può notare, gli indizi che costituiscono una prova sono ben più dei canonici tre. Ma una prova di cosa? L’impressionante mancanza di logica nelle scelte intraprese dal Governo deve nascondere per forza altri obiettivi. Per esempio, la grande opportunità di esercitarsi a governare in stato di emergenza a colpi di decreti. La grande opportunità di obbligare partiti rissosi a stare insieme al governo controllandoli, contando sulla loro aspirazione a intercettare gli auspicati fiumi di denaro del Recovery Fund. L’opportunità di testare la sopportazione dei cittadini per severe misure restrittive e di controllo digitale.
In questo drammatico giallo, la vittima è senz’altro il popolo. Privato della capacità di ragionare di fronte alla paura che è stata diffusa ad ogni istante, con ogni mezzo e su ogni mezzo. Privato, senza accorgersene, di diritti fondamentali in nome dell’impossibile raggiungimento dell’immunità di gregge. Incapace di destreggiarsi tra le sparate dei virologi televisivi e lavori scientifici sempre citati e mai letti. Popolo sempre più diviso: tra coloro che hanno cominciato a capire e coloro che non possono o non vogliono ammettere di essere stati ingannati, che sono la maggioranza.
In tutto questo contesto, massime autorità politiche e religiose, sicuramente in buona fede, ricordavano spesso che vaccinarsi è un dovere morale e che i vaccini hanno salvato milioni di persone. Ebbene, semplicemente non è vero, perché una simile affermazione non è in nessun modo scientificamente sostenibile. Come risulta dagli accurati studi riportati in calce (1 e 2). Chi ha il dovere di curare le informazioni per loro dovrebbe stare alla larga dalla scienza comprata. E almeno essere in grado di distinguerla da quella vera.
A proposito di referenze scientifiche, tutte le affermazioni fatte in questo articolo sono supportate da relazioni e lavori pubblicati sul sito della Commissione Medico-Scientifica indipendente i cui responsabili per tre anni avevano chiesto un incontro al CTS e al ministero della Salute, senza mai ottenere risposta. Finalmente, da pochi giorni, il direttore generale della Prevenzione dott. Vaia li ha ricevuti ed è finalmente iniziato un fruttuoso confronto. Anche questo è un segnale che qualcosa sta cambiando in meglio.