La pia illusione di molti che Telegram rimanesse immune dalla stretta censorea del Ministero della Verità Europeo si è infranta miseramente sulle scogliere dell’Europa
Il social media Telegram, fondato da Pavel Durov, sta guadagnando terreno rapidamente verso il traguardo del miliardo di utenti. Tuttavia, con la sua crescente popolarità, Telegram è ora sotto la lente d’ingrandimento dell’Unione Europea e come più volte avevo dichiarato, sarebbe arrivato anche il suo turno ad essere attenzionato.
E come previsto dal DSG (Digital Service Act) , l’Istituto belga per i servizi postali e le telecomunicazioni BIPT è stato incaricato di regolare la messaggistica nell’UE in sua conformità
L’Istituto belga, sarà responsabile di monitorare da vicino come Telegram si adegua alle disposizioni del DSA, concentrando la sua attenzione sui contenuti illegali come chiamate alla violenza, vendita illecita di armi e droga. Il servizio è stato descritto come una “attrazione online per trafficanti ed estremisti”.
Con sede a Dubai negli Emirati Arabi Uniti, Telegram ha nominato la società belga EDSR come suo rappresentante nel blocco dell’UE. Tuttavia, il BIPT è ancora in attesa della nomina ufficiale da parte della società.
Essendo l’unica grande piattaforma sociale senza sede negli Stati Uniti, Telegram non è direttamente soggetto al controllo governativo americano e dei servizi segreti occidentali, sollevando preoccupazioni per la sicurezza in Europa, come ribadito dalla Presidente della Commissione Europea, Von Der Line, che tra l’altro vorrebbe chiudere anche il social TikTok.
Ma a quale sicurezza europea si riferisce la Von Der Line? Forse a seguito delle pressioni dell’intelligence ucraina, che ha definito Telegram un “grande problema” per la sicurezza del blocco occidentale minacciato dalla Russia e dalla Cina nella nuova “guerra fredda 2.0”.
Ma è un problema di sicurezza in una guerra in cui anche noi italiani siamo coinvolti, oppure un modo legale per l’istaurazione ufficiale di un “ministero della verità?”.
Torniamo all’ operato del BIPT, che utilizzerà l’intelligenza artificiale per monitorare i contenuti su Telegram, che solleva domande sulla natura dei provvedimenti futuri e ripercussioni sugli utenti dissidenti della rete oramai fuori dagli altri social anglosassoni.
La scusa di monitorare i contenuti illegali permetterà di escludere dal territorio digitale molti personaggi scomodi e non allineati.
Premetto che personalmente sono assolutamente contrario a qualsiasi discorso di odio ed incitazione alla violenza. Gli utenti verranno chiamati ad essere proattivi per evitare conseguenze negative. Monitorare costantemente i commenti è un’opzione, anche se difficile da realizzare 24 ore su 24. Altre misure potrebbero includere la limitazione della possibilità di commentare nei post di Telegram, oppure utilizzare sistemi informatici per bloccare commenti e bot che promuovono attività illegali.
Il futuro potrebbe portare alla chiusura di molti canali Telegram “attenzionati” dal BIPT. Sta ai gestori dei canali, come il nostro “BECCIOLINI NETWORK”, adottare misure di difesa per proteggere la propria comunità dai rischi associati alla presenza di promotori di attività illegali e odiatori seriali che purtroppo imperversano copiosi sui canali della libera informazione.
Ora mai è divenuta una battaglia per la sopravvivenza intellettuale e com mio rammarico devo ammettere che non dobbiamo difenderci solo da un sistema di controllo repressivo, ma anche dal “fuoco amico” che sempre più subdolamente infiltra individui o bot per creare danno e discredito.
Stefano Becciolini