Di Marilena Favale
È un programma di Tortura Eugenetica senza contatto del governo (americano), secondo Ted Gunderson ex agente della FBI.
Forse, ma non solo, aggiungo io.
Per certo, ai nostri giorni, lo stalking di gruppo, e aggiungiamo pure, organizzato, o Gang Stalking è un azione persecutoria, organizzata ai danni di un “Individuo Bersaglio” o “Target Individual” che si perpetra attraverso un insieme di atti ostili non singolarmente imputabili come reati o violenze esplicite, ma che, nell’insieme, risultano essere pesantemente lesivi per la salute psichica e fisica della vittima.
Quello che a noi oggi preme evidenziare è la diffusione di questo fenomeno a macchia d’olio, non solo nel continente americano, ma in tutto il globo, e quindi anche nella nostra florida Europa, e soprattutto, nella nostra amatissima Patria. Che il fenomeno sia partito o abbia un fondamento nelle sperimentazioni dei servizi segreti USA non è dato a noi discutere in questo luogo, si reputa invece rilevante ai nostri fini (salvare quante più vite umane possibili), indagare il fenomeno in sé e la sua attuale diffusione in Italia, e innanzitutto chi sono le probabili vittime. Purtroppo, la situazione è molto complessa, vedremo di rendere l’argomento il più fruibile possibile per tutti dal momento che il nostro scopo è divulgare ed informare il più grande numero di persone.
Da un esame approfondito dei dati reperibili, principalmente sul web, risultano esservi almeno tre diverse tipologie di vittime, la vittima cavia, la vittima su mandato, la vittima “nemico”.
La prima viene spesso definita come “Bersaglio di allenamento”, viene scelta quasi a caso e usata per impratichire il gruppo di “aguzzini”, in questo caso possiamo dire che chiunque può essere un obiettivo possibile, dal bambino di tre anni all’anziano di novant’anni, di qualsiasi ceto, di qualunque livello culturale o estrazione sociale.
La seconda invece, meglio conosciuta come “bersaglio commissionato”, (in quanto il gruppo di persecutori è ingaggiato da terzi), viene segnalata da un richiedente, che può essere un ex marito, un ex amante, un socio d’affari, un vicino con cui si è avuto un diverbio, o in generale chiunque voglia vendicarsi di un male subito, o voglia eliminare un possibile avversario.
In questo caso, verrebbe voglia di dire: attenti a chi frequentate! E con chi fate affari!
L’ultimo tipo è un ipotetico nemico per il gruppo di aguzzini che inizia lo stalking, e viene infatti definito “Bersaglio nemico”, ovvero una persona considerata dal gruppo di stalkers come una minaccia.
Una volta che si è decisa o identificata la vittima, a seconda dei casi, si inizia una procedura di raccolta dati sul “bersaglio” il quanto più minuziosa e dettagliata possibile sul suo passato, presente e piani futuri. Nulla viene trascurato, ogni minimo particolare viene annotato. Quando il quadro è completo, si estende la rete di aguzzini, interpellando chiunque faccia parte della sfera sociale o affettiva della vittima. Niente è lasciato al caso, viene messo in atto un piano di distruzione a lenta prosecuzione, ma quasi sempre infallibile. Da questo istante si procede ad un’azione vessatoria prolungata nel tempo il cui scopo è la morte della vittima per suicidio.
Il Target Individual, accortosi della tortura cui è sottoposto, si trova a vivere un vero e proprio incubo. Cerca di scoprire le motivazioni di quello che gli sta accadendo senza poterne venire a capo, vorrebbe parlarne ma sa che nessuno gli crederebbe. La sua mente si sforza inutilmente di trovare delle soluzioni ma senza successo. Paranoia, raptus omicidi/suicidi sono i terribili effetti che possono conseguire.
L’azione vessatoria produce stress che, protratto nel tempo, induce al disturbo da adattamento che a sua volta, può provocare, asocialità, aggressività, misantropia, crisi di panico, attacchi d’ansia, insonnia, comportamenti ossessivi-compulsivi, e nei casi più gravi indurre al suicidio o all’omicidio. Con il passare dei mesi e degli anni e con l’incremento degli atti persecutori nonché della loro intensità e pericolosità lo stress che ne consegue induce la sindrome del disturbo post traumatico da stress nelle sue diverse forme, depressiva e ansiosa (DPTS), cfr Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali.
Gli obiettvi che lo stalking di gruppo si prefigge sono: il condizionamento degli individui, il loro controllo, la “programmazione” o eliminazione attraverso l’induzione alla paranoia (follia) o al suicidio.
A questo punto molti di voi staranno già facendo il parallelismo con quello che l’intera popolazione ha subito negli ultimi tre anni.
Tranquilli non siete paranoici. Ma sì, il vostro intuito non si sbaglia! Lo stalking organizzato oltre che essere messo in atto da una pluralità di individui può avere come oggetto anche intere masse.
Il Gang Stalking ha molte somiglianze con il Mobbing, con la differenza che quest’ultimo viene praticato sul posto di lavoro, mentre il primo abbraccia ogni momento della vita del perseguitato.
Il Gang Stalking è praticato e coordinato da “organizzazioni canaglia” che operano secondo criteri che possono apparire arbitrari a prima vista, ma che in realtà seguono un protocollo ben preciso che sottostà a regole decise dai livelli superiori per perseguire le motivazioni suddette. Ciò non toglie che questi gruppi si possano attivare anche per semplice divertimento, fanatismo religioso o settario, persecuzione di genere, di razza, appartenenza politica, ecc.
I gruppi di stalkers operano a più livelli, con diversi gradi di consapevolezza degli obbiettivi del nucleo di comando, così come avviene per diverse organizzazioni terroristiche o segrete.
Il Target Individual, accortosi della tortura cui è sottoposto, si trova a vivere un vero e proprio incubo. Cerca di scoprire le motivazioni di quello che gli sta succedendo senza poterne venire a capo, vorrebbe parlarne ma sa che nessuno gli crederebbe. La sua mente si sforza inutilmente di trovare delle soluzioni ma senza successo. Paranoia, raptus omicidi/suicidi sono i terribili effetti che possono conseguire.
Il reato di Gang Stalking ad oggi non contemplato nel Codice penale italiano.
Il Gang Stalking è una tortura e come tale offende l’umanità e Dio.
Volendo fare riferimento a ciò che è scritto nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, possiamo affermare che l’elenco dei diritti umani negati alle vittime di gang stalking è come di seguito riportiamo è fondamentalmente una negazione del Diritto alla Vita.
Viene negato il diritto alla libertà, in quanto questa pratica condiziona pesantemente tutte le scelte quotidiane e spesso prevede la coercizione del bersaglio nell’eseguire determinate azioni o ad assumere atteggiamenti da lui non liberamente scelti. Cfr: art 1, 2, 3, 4,5. (Dichiarazione Universale dei Diritti Dell’Uomo).
Viene negato il diritto alla vita relazionale e sociale, in quanto il tipo di stress a cui è sottoposto l’individuo bersaglio lo sfiducia fortemente in questa direzione ed è mirato ad ottenere il suo isolamento. Art 16, 20, 12
Viene negato il diritto alla salute e alla sicurezza sociale: lo stress prodotto dal Gang Stalking è una vera arma “psicologica” che priva il soggetto, prima della sua salute psichica e poi di quella fisica; il fatto che non esistano leggi che regolino il fenomeno rende chiunque esposto a questo rischio, è dunque anche un problema di sicurezza sociale. Art 22, 28, 5.
L’ Associazione Diritto alla Vita, creata in supporto di tutte le vittime di torture psicofisiche, maltrattamenti e discriminazioni, si è fatta portavoce dei diritti negati alle vittime di stalking di gruppo dinanzi al Parlamento Italiano.
Ad oggi nessuna risposta ci è giunta dai nostri onorevoli parlamentari.
Urge una commissione d’inchiesta e il riconoscimento di tale atroce reato, in assoluto il più lesivo della dignità umana.
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