Editoriale di Glauco BENIGNI
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Sono veramente molto addolorato e non per le solite questioni legate alla accelerazione vverso l’ennesima Restaurazione (great reset) a favore delle Elites … quelle questioni purtroppo restano tutte all’ordine del giorno , ma sono soprattutto addolorato perchè la attuale campagna per la raccolta firme finalizzata al referendum abrogativo dei Decreti Legge 52, 105, 111 e 122 , ormai nota come “Referendum per abolire il Green Pass”, rischia di essere un autogoal.
Pur condividendo le ragioni del Comitato Organizzativo e dei Garanti , credo che sia necessario riflettere su aspetti che potenzialmente sono “altamente rischiosi” e potrebbero dunque generare effetti boomerang:
- Non si ricorre a un referendum per abolire Decreti Legge che sono già considerati una forzatura estrema delle norme costituzionali
- non si ricorre a un referendum per rivendicare il ripristino di Diritti Naturali
- Le pratiche burocratiche e “setaccianti” previste dalla raccolta firme per i referendum sono tali da limitare molto il numero degli aderenti. Sia per difficoltà reali di accesso sia per semplice pigrizia
- Se mai venisse accettata la richiesta dalla Corte Costituzionale dovremmo aspettare un tempo molto lungo prima di andare alle urne . Qualcuno ipotizza come minimo la primavera del 2022, ma tra Elezioni Presidenziali e preparazione delle elezioni (eventuali) politiche che prevedono una nuova Legge elettorale , i tempi potrebbero allungarsi molto . Nel frattempo i Decreti ” da abolire” resterebbero in vigore ?
- E se alla “conta” la maggioranza degli italiani , cioè quelli vaccinati ufficialmente e in possesso del GreenPass, volessero infliggere una “dura lezione” a Chi vuole l’abolizione perchè li considerano no vax ?
- Infine non posso sottovalutare che la lista dei richiedenti , i nomi, gli indirizzi e ogni altro dato richiesto dalla burocrazia referendaria , è di fatto una preziosa lista di una parte della popolazione italiana che può far molta gola a chi ha in mente di “setacciare” la popolazione tra “ossequiosi e non” .
In sostanza ripeto , pur condividendo le ragioni del Comitato Organizzativo , se è vero come qualcuno di loro mi ha detto che “serve soprattutto per contarci”, sarebbe meglio concentrare la promozione veicolando l’attenzione e le adesioni sui grandi siti di petizione online Change Org o Avaaz, in modo da ottenere un numero
- non vincolato da pratiche burocratiche
- in progress molto più elevato di quello che si può ottenere con i tempi a disposizione
- con una pratica di identificazione meno dettagliata e impegnativa per chi firma
e una altissima velocità di verifica.
Ad onor di cronaca c’è da dire che alcuni membri del Comitato Referendum, quali Olga Milanese e i Garanti : Ugo Mattei e Carlo Freccero, nonchè l’avvocato Augusto Sinagra avevano già lanciato dal 12.8.2021 su Avaatz una campagna
e hanno raccolto ad oggi 62.000 firme . Evidentemente l’operazione non li ha soddisfatti e posso capire. Forse l’hanno di fatto “spostata” sul Referendum tradizionale per ottenere un interesse e una copertura mediatica maggiore . E infatti così è stato , ma l’equivoco coretto di alcuni media mainstream sembra l’incitazione al suicidio .
Su Change Org invece esistono già due Petizioni per l’abolizione del Green Pass . Una vede quale prima firmataria Cristina Gementi è ha raggiunto 183.700 firme in 4 giorni ( dal 17.9).
Un’altra è promossa già da un po’ da ANIEF e RADAMANTE , il front man è Marcello Pacifico ed ha raggiunto un po’ meno di 130.000 firme.
In questi casi, se i numeri nel tempo diventasser ragguardevoli, il Governo e il Parlamento dovrebbero prenderli in considerazione anche prima della primavera 2022.
Fra l’altro non bisogna sottovalutare che il “Green Pass in Italia” sta diventando un caso internazionale e grazie a Change Org o Avaatz, se si organizzasse una promozione su scala internazionale, si potrebbero raccogliere un imponente numero di adesioni e proteste non solo degli italiani ma anche da parte di utenti della rete di tutto il mondo.
N.B – So perfettamente che Change Org e Avaaz sono organizzazioni commerciali travestite da “strutture a disposizione delle Sociètà Civile”, ma in alcuni casi si sono dimostrate strumenti utili per contarsi e esercitare pressioni sui legislatori.
N.d.r. – In questi ultimi giorni è iniziata una martellante campagna di propaganda soprattutto in rete per la raccolta delle firme per l’abrogazione del “Lasciapassare”. Ma siamo sicuri che l’ operazione lanciata anche da importanti giuristi sia limpida e senza ombre o non nasconda altre finalitá?
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