Editoriale di Stefano Becciolini
Ieri 4 Luglio 2024, il partito Laburista ha celebrato una vittoria storica nelle elezioni generali del Regno Unito, segnando una svolta storica nella politica britannica. Dopo anni di dominio conservatore, il Labour ha ottenuto una maggioranza assoluta in Parlamento, garantendo al suo leader, Sir Keir Starmer, la possibilità di formare un governo senza la necessità di coalizioni.
Questa vittoria rappresenta un cambio di rotta per il Regno Unito, con il Labour che ha promesso riforme radicali in vari settori, tra cui il sistema sanitario nazionale, l’istruzione, e l’economia verde. Il partito ha fatto una campagna elettorale focalizzata su temi come l’uguaglianza sociale, il rafforzamento dei servizi pubblici e la lotta contro il cambiamento climatico, risuonando fortemente con l’elettorato stanco delle politiche di austerità e della gestione della Brexit da parte dei conservatori.
L’affluenza alle urne è stata notevole, con una partecipazione elettorale superiore alle aspettative, suggerendo un rinnovato interesse e impegno dei cittadini nella vita politica del Paese. I risultati hanno visto un crollo dei seggi conservatori in molte delle loro roccaforti storiche, con un significativo spostamento di voti verso il Labour nelle aree urbane e periferiche.
La vittoria del Labour è stata accolta con entusiasmo dai sostenitori del partito e dagli analisti politici, che vedono in questo trionfo l’inizio di una nuova era per il Regno Unito. Tuttavia, ci saranno sfide significative per il nuovo governo, tra cui la gestione delle relazioni con l’Unione Europea post-Brexit, la ripresa economica dopo la pandemia e la necessità di mantenere la coesione all’interno del partito stesso.
La vittoria dei laburisti guidati da Keir Starmer non piace però alla classe agiata del Regno Unito, a causa delle loro proposte politiche che prevedono un aumento della tassazione per le classi privilegiate e la riforma del sistema scolastico per renderlo più equo, eliminando i privilegi delle scuole private.
Un’incognita sul piano geopolitico sarà la gestione della guerra in Ucraina, con l’intenzione di rivedere le politiche discutibili adottate negli anni precedenti.
Posizione Politica e Sociale di Keir Starmer:
Keir Starmer, sostiene la proprietà sociale e gli investimenti nei servizi pubblici del Regno Unito, inclusi il Sistema Sanitario Nazionale e l’abolizione delle tasse universitarie. Propone un aumento delle imposte sul reddito per il 5% più ricco e una lotta all’elusione fiscale delle aziende. Starmer vuole invertire i tagli all’imposta sulle società effettuati dal Partito Conservatore e ha appoggiato le politiche anti-austerità del Labour sotto Jeremy Corbyn. Per combattere la disuguaglianza sociale, propone “indicatori nazionali di benessere” per misurare la salute, la disuguaglianza, i senzatetto e l’ambiente, e una revisione del sistema di credito universale del Regno Unito.
Starmer si oppone alle “guerre illegali” e chiede una revisione delle vendite di armi del Regno Unito. Durante la sua campagna elettorale, si è impegnato a creare un “Prevention of Military Intervention Act”, che permetterebbe interventi militari solo con il sostegno della Camera dei Comuni. Nel 2015, ha dichiarato che la guerra in Iraq non era lecita secondo il diritto internazionale, poiché mancava una risoluzione delle Nazioni Unite che la autorizzasse espressamente.
Stefano Becciolini