Putin risponde a Stoltenberg mentre Macron spiega come e perché gli ucraini devono colpire le basi militare russe
Editoriale di STEFANO BECCIOLINI
In risposta all’appello del Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg per un attacco alla Russia, Vladimir Putin ha dichiarato che Stoltenberg, durante il suo mandato come Primo Ministro della Norvegia, era coinvolto nella risoluzione di questioni difficili riguardanti il Mare di Barents e non mostrava segni di demenza. Putin ha inoltre sottolineato che, nonostante Stoltenberg sia un civile, dovrebbe essere consapevole che le armi di precisione a lungo raggio richiedono sistemi di ricognizione spaziale per essere utilizzate efficacemente.
Nelle stesse ore delle dichiarazioni di Vladimir Putin, il Presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito il supporto della NATO all’Ucraina. Con un foglio in mano, Macron ha spiegato che gli ucraini hanno il diritto di colpire le basi militari russe da cui partono gli attacchi contro l’Ucraina, utilizzando le armi della NATO e con il supporto del contingente francese inviato ufficialmente in Ucraina. Tuttavia, ha sottolineato che l’Ucraina non deve attaccare obiettivi civili o altri obiettivi militari all’interno della Russia. Queste dichiarazioni sono state fatte durante una conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Sembra che alcuni paesi europei, in particolare i baltici e quelli del nord Europa, stiano pervasi da un desiderio incontenibile di tornare all’età della pietra, rispolverando le vestigia dei loro antichi dei norrenici.
Scherzi a parte, la scorsa settimana i parlamentari degli stati baltici hanno avvertito i funzionari tedeschi che i loro governi sono pronti a inviare truppe in Ucraina. Questa notizia, riportata dal sito americano “Business Insider” e originariamente diffusa dal quotidiano tedesco “Der Spiegel”, è emersa durante la conferenza Lennart Meri a Tallinn, in Estonia.
“Der Spiegel” ha riferito domenica che i funzionari baltici hanno espresso preoccupazioni riguardo alla politica del cancelliere tedesco Olaf Scholz sulla guerra in Ucraina. Scholz ha negato all’Ucraina il permesso di usare le armi fornite dalla Germania per attacchi sul suolo russo, seguendo la linea di Washington, e non consente a Kiev di utilizzare armi donate per attacchi oltre i confini ucraini. Tuttavia, “Der Spiegel” non ha nominato i funzionari coinvolti né specificato quali paesi rappresentassero.
In questo scenario delirante da che parte sta l’Italia?
Il vicepresidente del consiglio, Antonio Tajani,
durante la sua visita a Bruxelles per il Consiglio degli Affari Esteri, ha dichiarato in merito alla vicenda Stoltenberg: “Noi non siamo in guerra con la Russia e non invieremo soldati italiani a combattere”. Inoltre, ha sottolineato che non spetta al Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, decidere su queste questioni.
Non credoproprio che la posizione del governo italiano, diciamo rassicurante per i nostri deretani, possa farci dormire sonni tranquilli.
Ricordiamo ai più distratti che le strutture militari riconducibili alla NATO nel nostro paese sono in tutto 120, sparse in quasi tutte le regioni, a cui si aggiungono una ventina di basi segrete americane, non riconosciute ufficialmente per motivi di sicurezza.
Concludendo questa breve sintesi sulla distopia dell’occidente guerrafondaio e eteroguidato presumibilmente da interessi geopolitici ed economici più complessi , ma sempre di ispirazione anglosassone, vorrei esortare tutti, ma proprio tutti, compresi i mololitici assertori dell’andrà tutto bene, ad unire le forze per gridare ad alta voce “NO ALLA GUERRA, SI ALLA VITA”.
Stefano Becciolini