Roma, 27 marzo 2024
Che qualcosa stia cambiando nello scacchiere del Medio Oriente era chiaro da qualche giorno dopo l’astensione degli U.S.A. alla risoluzione per l’immediato cessate il fuoco a Gaza durante il Ramadan e il rilascio degli ostaggi. La decisione del Congresso americano ha sancito una crisi con il governo di estrema destra guidato da Netanyahu, che a sua volta ha dei problemi interni al suo governo di coalizione approntato dopo il 7 ottobre 2023. Il ministro senza portafoglio Gideon Sa’ar del partito Nuova Speranza (4 seggi alla Knesset) è uscito dal governo in disaccordo con le politiche emergenziali con cui Netanyahu ed i militari stanno affrontando la crisi di Gaza.
Poche ore fa è arrivata la bordata che rischia di affondare il governo di Netanyau.
A Ginevra, ieri 26 marzo, la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi, Francesca Albanese, ha spiegato in un nuovo rapporto sulla situazione a Gaza, che “ci sono fondati motivi” per ritenere che Israele abbia commesso diversi “atti di genocidio” nell’ambito dell’offensiva nell’enclave palestinese da ottobre. “La natura travolgente e la portata dell’assalto israeliano a Gaza e le condizioni di vita distruttive che ha causato rivelano l’intento di distruggere fisicamente i palestinesi come gruppo”, ha affermato Albanese. La relatrice, incaricata dal Consiglio per i diritti umani, dovrà presentare il suo rapporto tra poche ore alle Nazioni Unite a Ginevra. Il rapporto – intitolato “Anatomia di un genocidio” – conclude “che ci sono fondati motivi per ritenere che sia stata raggiunta la soglia che indica che sono stati commessi atti di genocidio” contro i palestinesi di Gaza.
(Fonte askanews)
Cosa è cambiato in pochi giorni da parte del Congresso americano?
A parte la grande incognita delle elezioni presidenziali di novembre, che comunque non sembrano modificare l’atteggiamento “amichevole” verso Netanyahu di un probabile governo trumpiano, Biden e i Democratici stanno cercando di accaparrarsi i voti della grande fetta di elettori pro-palestinesi e, non da meno, recuperare punti persi dopo le note vicende russe, dall’intervista di Tucker Carlson a Putin, all’accusa di un coinvolgimento dei servizi segreti americani nell’attacco terroristico a Mosca di venerdì scorso. Accuse mosse ufficialmente dall’FSB (servizi di sicurezza della Federazione Russa).
È presto per gridare vittoria e pensare che gli “oscuri poteri” stiano perdendo e che abbiamo vinto. Questo atteggiamento messianico che ci vuole forzatamente schierati dalla parte di Trump e di Putin è, a mio avviso, un atteggiamento perdente perché ipoteca mentalmente una speranza di cambiamento per il nostro futuro in uomini di potere che fanno giustamente gli interessi dei loro popoli, mentre noi abbiamo governi sudditi.
Stefano Becciolini