Il Natale è da sempre un momento di riflessione e buoni propositi per l’anno nuovo. Una tradizione che, da duemila anni, suona giusta sulla carta, ma che raramente si traduce in realtà.
Perché questa premessa? Semplicemente per rompere un po’ il ghiaccio natalizio.
Ricordate il Natale del 2020 e del 2021? Prima chiusi in casa, poi isolati e ghettizzati da parenti e conoscenti, per volontà di Draghi & Co. Eppure, chi tra noi ha rifiutato di sottoporsi al “sacro rito” promosso persino dal soglio papale, si è ritrovato unito nella solitudine: “fratelli nella notte”.
Sul 2022 meglio stendere un velo pietoso e arrivare direttamente a oggi.
Guerra in Ucraina o “invasione russa dell’Ucraina”, genocidio del popolo palestinese, venti di guerra sempre più forti. L’Europa sembra impegnata a preparare psicologicamente le nuove generazioni a immolarsi per il “sacro suolo” ucraino, ricco di risorse preziose, e le vecchie generazioni ad accettare il sacrificio di figli e nipoti.
Nel frattempo, nel Nord Europa, alcuni governi acquistano ettari di terreno destinati a diventare cimiteri di guerra.
La variegata galassia della dissidenza e, in particolare, dell’informazione libera e indipendente, dovrebbe unirsi per costruire un vero e proprio muro focese, capace di contrastare le conseguenze del DSA europeo e l’avanzata inarrestabile della dittatura europeista e della censura ideologica. Sicuramente questa “galassia” possiede la consapevolezza che solo
un’azione coordinata e determinata potrà arginare questa deriva autoritaria e salvaguardare il diritto alla libera espressione.
Sinceramente fino ad oggi lo speracchiavo.
Poi, si è riaccesa la speranza.
La vicenda che ha coinvolto Visione TV, con la paventata chiusura del conto corrente aziendale, anticipata il 19 dicembre dal quotidiano online “Linkiesta”, avrebbe dovuto far scattare un campanello d’allarme in tutto il mondo del dissenso e non solo. È un segnale di pericolo imminente per chiunque, soprattutto per i correntisti, in un sistema bancario sempre più vincolato a logiche opache e potenzialmente arbitrarie.
Analizziamo le due possibilità: chiusura o non chiusura del conto.
Attualmente, non risulta che il conto corrente di Visione TV sia stato effettivamente chiuso. Tuttavia, secondo quanto dichiarato da Francesco Toscano, pochi giorni prima sarebbe stato contattato dal direttore della banca, che, con evidente imbarazzo, gli avrebbe rivolto domande insolite e fuori luogo. Tra queste: la natura dei bonifici destinati ai giornalisti e, sorprendentemente, il motivo per cui Visione TV ha deciso di pubblicare un libro di Putin. Domande che, per loro natura, sarebbero di competenza della Guardia di Finanza o, al massimo, della DIGOS, non certo di un direttore di filiale.
Capite la gravità del fatto? È necessario verificare se l’iniziativa del solerte direttore sia stata imposta dai vertici dell’istituto di credito (ipotesi poco probabile) o suggerita da qualche “sussurro” esterno, forse proveniente da ambienti con interessi poco trasparenti.
Questo episodio apre uno scenario inquietante: se scrivo o penso in modo divergente rispetto al sistema, posso essere punito e persino “rieducato” attraverso misure coercitive come la chiusura del conto corrente. Il tutto in una società che sta correndo verso l’abolizione del contante, a favore del digitale e delle criptovalute.
E se nemmeno questo dovesse bastare a mettere in riga i dissidenti, quale sarà il prossimo passo? Usate la fantasia, ma soprattutto le reminiscenze storiche del secolo scorso. I parallelismi, purtroppo, sono fin troppo evidenti.
Ipotesi due: il conto corrente non verrà chiuso e Visione TV potrà continuare, anche se con una certa preoccupazione, il proprio lavoro di informazione.
Ma qui emerge una domanda fondamentale, che pochi si pongono e che altri, purtroppo, non ritengono importante: da chi Massimiliano Coccia, autore dell’articolo su “Linkiesta”, ha ricevuto l’informazione o, se vogliamo, la “velina”?
Quale impatto può avere una notizia del genere, anche se non confermata, sul panorama dell’informazione libera, sui partiti politici del dissenso e sugli utenti online che seguono queste realtà? Una simile insinuazione potrebbe essere un messaggio in stile mafioso, un monito per abbassare i toni e far riflettere chiunque osi sollevare critiche al sistema.
Ma chi è il mandante? Questa è la vera questione.
Francesco Toscano, nel suo “Controcanto” di giovedì 19, ha ironizzato sulla curiosa coincidenza affettiva che lega Massimiliano Coccia a Pina Picierno, sua coniuge e vicepresidente del Parlamento Europeo.
Una coincidenza, certo, che Toscano stesso ha liquidato con ironia, affermando che di solito, quando si torna a casa dalla famiglia, si lascia il lavoro in ufficio. Nessun legame diretto, quindi, tra i fatti e la relazione personale, soprattutto considerando che si tratta di una coppia giovane e, presumibilmente, ancora lontana dalle abitudini di condivisione lavorativa tra le mura domestiche.
Tuttavia, il sospetto resta: la pubblicazione di questo articolo e le sue implicazioni pongono interrogativi scomodi. È un caso isolato o un primo tassello di una strategia più ampia per mettere pressione al dissenso? La coincidenza potrebbe essere casuale, ma il contesto ci obbliga a rimanere vigili. La libertà di informazione si misura non solo dalle censure palesi, ma anche da questi segnali sottili, che rischiano di creare un clima di autocensura e paura.
Inquadrato il problema, serve una soluzione. È evidente, non trovate? Serve una levata di scudi oltre il muro focese, a prescindere dalle simpatie personali per Francesco Toscano, che è anche presidente di Democrazia Sovrana e Popolare (DSP). Ma cosa vediamo invece? Si fischietta, si guarda altrove. Addirittura, assistiamo a trasmissioni dove si parla del caso con un’imbarazzante superficialità, quasi evitando di menzionare apertamente chi ne è stato colpito. (Intervista a Francesco Toscano sul nostro Canale).
Sono rimasto allibito dal vuoto intellettuale e dall’opportunismo di chi lega il caso a simpatie personali o a rivalità politiche. È squallido sapere che qualcuno si compiace del fatto che Visione TV possa chiudere: per alcuni significa un concorrente in meno, più spazio sul mercato pubblicitario di YouTube.
Un barlume di speranza
Poi, finalmente, ieri sera ho sorriso. Dopo un giovedì nero – per giunta era anche il mio compleanno – ho visto su youtube la notifica che tre ore prima vi era stato un confronto sul canale di Vitangeli tra Lillo Massimiliano Musso, segretario di Forza del Popolo, e Francesco Toscano, presidente di DSP, con Vitangeli nel ruolo di moderatore.
Pieno di speranza e curiosità ho iniziato a guardare il mitico confronto, certo che avrebbero parlato del caso in questione di questo editoriale, di strategie politiche di comunione di intenti e bla, bla, bla…
Qui sopra il video, – se non si vede cliccate qui – completo del confronto (l’ho già visto tre volte). A voi l’ardua sentenza, io aspetto fiducioso gli ALIENI!
Stefano Becciolini
Aggiornamento:
È emerso che il confronto tra Musso e Toscano risulta essere stato registrato in un momento antecedente rispetto alla pubblicazione dell’articolo di Massimiliano Coccia e al caso relativo ai conti correnti. In tale contesto, il conduttore, per un dovere di trasparenza, avrebbe dovuto specificarlo all’inizio della trasmissione.
Probabilmente si tratta di una mia deformazione professionale, considerato che sul nostro canale operiamo in diretta.