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L’est è diverso a seconda di dove ci si trova, per un siriano, l’est è la Cina, per noi europei l’est è l’incognita, il pericolo, il male.
Nel passato non era così. Nell’antica Roma, l’est era il traguardo, la terra che si voleva conquistare per le sue ricchezze e per gli enormi territori fertili. L’est e il sud del mondo venivano visti dai romani come le vere ricchezze, le terre fertili d’Egitto, i tesori dell’oriente di spezie e sete pregiate. Il nord veniva invece considerato il luogo dove vivevano i barbari legati a culti ancestrali e violente.
Il padre del concetto di Europa, anche in senso economico, fu Carlo Magno (742-814 d.C.), incoronato imperatore il giorno di Natale dell’800 d.C.
Carlo Magno era un Franco, cioè appartenente al popolo dei Franchi di origine germanica, che curiosamente si definivano discendenti dei Troiani, esattamente come si ritenevano i Romani.
Alcuni storici come Alessandro Barbero attribuiscono la paternità alle prime tribù franche, convertitesi al Cristianesimo, e, che crearono ad arte la credenza per legittimare il potere acquisito con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, attribuendo quindi alla dinastia carolingia una discendenza reale o “sang royal“.
L’Antica Roma e il padre ideologico del concetto di Europa, Carlo Magno, traggono origini troiane, quindi dell’est.
A est vi era anche Costantinopoli, la città d’oro e capitale dell’Impero Romano d’Oriente caduta per mano ottomana nel 1453 d.C., e considerata il faro del Cristianesimo e vero e proprio ombelico del mondo, sia per traffici economici tra Occidente e Oriente, che per fervore culturale, non mai assopito durante gli anni bui dell’Alto Medioevo in Occidente.
Il motivo per cui Costantinopoli cadde nelle mani degli Ottomani di Maometto II non è solo militare, ma anche economico ed è probabilmente da ricondurre al supposto tradimento di Venezia, vera e propria potenza economica e militare rinascimentale. Fatto sta che la caduta di Costantinopoli non permise quella riappacificazione tra Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa auspicata nel Concilio di Basilea del 1431-1445, e auspicata da vari Papi.
Cosa sarebbe accaduto se la riconciliazione avesse approdato al successo? Probabilmente l’aiuto militare promesso dai regnanti europei e dal Papa avrebbe salvato la città d’oro dalla conquista ottomana e modificato sostanzialmente il futuro del Medio Oriente e dell’Europa.
L’Impero Romano dopo duemila anni di storia terminò quel 29 maggio 1453.
L’idea di Roma come faro di civiltà non finì con la conquista di Costantinopoli, ma venne fatta sua, pochi anni dopo, da Ivan III di Russia, detto anche Ivan il Grande, che teorizzò l’idea di Mosca come la terza Roma, e come continuazione di quel “sang royal” di antiche discendenze che si era concretizzato nel matrimonio tra Ivan III di Russia e Sofia Paleologa, nipote dell’ ultimo imperatore dell’ Impero Romano d’Oriente, Costantino XI.
La caduta di Costantinopoli non vide solo la fine di un mondo, ma anche la ripresa delle divergenze tra cattolici e ortodossi mai sanate, ma soprattutto vide, dopo pochi decenni, lo scisma di Martin Lutero (1517) e la fondazione della Chiesa Anglicana da parte di Enrico VIII d’Inghilterra proclamatosi capo nel 1534.
Da allora nel culmine del sopravalutato Rinascimento europeo, si scatenarono guerre e devastazioni come mai avvenute nei secoli del Basso Medioevo (Guerra dei Trent’anni).
Da quel momento la storia dell’Occidente prende una piega diversa, e lo stesso concetto di Europa viene avulso dalla logica mercantilistica delle nuove potenze commerciali come l’Olanda e Gran Bretagna, tutte e due di religione protestante.
Questo cambiamento di rotta non portò di certo fortuna ai paesi dell’est e del sud del mondo, che videro spazzate via civiltà millenarie dalla furia commerciale e militare (che poi sono la stessa cosa) di Olanda e Gran Bretagna.
In questa nuova e gloriosa era (per loro) che diede i natali al liberismo vittoriano di metà ‘800 e alla ancora più sciagurata teoria del darwinismo dove la competizione culmina con la sopravvivenza del più forte, ritorna in auge l’odiosa pratica dello schiavismo di interi popoli africani, pratica ricordiamo proibita dalla Chiesa Cattolica ed Ortodossa, ma legittimata da quella protestante.
Si può dire che in questo caso il fine giustifica i mezzi, dove il fine è l’arricchimento, l’egemonia incontrastata, ed il mezzo e qualsiasi cosa anche la più odiosa.
Ci sarebbe ancora molto da scrivere ma mi rendo conto che ho dovuto sintetizzare in poche righe secoli di storia e di accadimenti che sono ancora più complessi. Vorrei con questo scritto, iniziato a vergare alle ore quattro e trenta di questa domenica mattina, far nascere in chi avrà la pazienza di leggerlo, la curiosità ad approfondire tutti i temi storici brevemente trattati. Il titolo stesso ha un significato molto contemporaneo non credete? E in tutto questo c’è una logica, sta a voi trovarla.
“Una generazione che ignora la storia non ha passato… né futuro”.
– Robert Anson Heinlein –
Stefano Becciolini – Roma 16 ottobre 2022