KAJA KALLAS: il FUTURO dei popoli EUROOEI nelle mani di una GUERRAFONDAIA

Ma come è possibile che una Premier di un paese come la Lettonia, con i suoi (ben) 1,3 milioni di abitanti, abbia voce in capitolo sul destino di mezzo miliardo di persone?

Superficie Dell’economia nel contesto europeo

Popolazione estone

Economia estone (guarda il terziario)

Non fraintendetemi: tutto il rispetto per il valoroso popolo estone, che ha dato contributi straordinari alla cultura occidentale. D’altronde, non possiamo certo dimenticare che, ben prima delle polis greche e del diritto romano, abbiamo vissuto l’epoca d’oro “estone” – quel periodo luminoso che ha posto le basi per la cultura mondiale, vero pilastro della nostra civiltà!

Andiamo però ai fatti:
Kaja Kallas, ex Primo Ministro dell’Estonia e attuale Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, ha espresso una posizione intransigente nei confronti di Cina e Russia, in particolare nel contesto del sostegno cinese a Mosca. Durante la sua audizione al Parlamento Europeodi qualche giorno fa, ha affermato: “La Cina deve pagare il prezzo del suo sostegno alla Russia, senza il quale Mosca non potrebbe condurre la guerra in Ucraina con la stessa intensità”. Kallas ha ribadito l’importanza di fornire all’Ucraina il supporto necessario, dichiarando che “l’Ucraina deve vincere, grazie all’assistenza militare ed economica adeguata”.

La Kallas brandeggia un sistema missilistico anticarro portatile USA FGM-148

La visione della Cina come “rivale sistemico” si allinea con la strategia dell’Unione Europea, mirata a difendere valori e interessi comuni contro le potenze che agiscono in contrasto con i principi europei.
Kallas ha usato parole forti, definendo la Cina un “avversario sistemico” e chiedendo una riduzione della dipendenza europea dalle relazioni con Pechino, riducendo i rischi legati a queste interazioni. Per Kallas, l’UE deve sostenere l’Ucraina in tutte le forme possibili – militari, finanziarie e umanitarie – per garantirne la vittoria. La Russia, l’Iran, la Corea del Nord e, sebbene in modo più implicito, la Cina rappresentano una minaccia all’”ordine mondiale basato sulle regole” e, secondo Kallas, vanno contrastati con determinazione.

Nota: Mentre continuate a leggere ricordatevi dell’Estonia

Probabilmente la ‘guerrafondaia’ ha dimenticato la vittoria di Trump del 5 novembre scorso, così come il discorso di Putin sul nuovo ordine mondiale proveniente dall’Oriente. Pertanto, il marciscente e puzzolente NWO di matrice europeista neoliberista appartiene al passato.

La Kallas ha espresso anche il suo sostegno all’adesione dell’Ucraina all’UE, considerando l’espansione verso i Paesi vicini come un investimento geostrategico per l’Unione. A tal fine, ha evidenziato la necessità di ottenere risultati tangibili nei prossimi cinque anni. I parlamentari hanno interrogato Kallas sul modo in cui collaborerà con la nuova amministrazione statunitense per garantire un sostegno costante all’Ucraina. Ha risposto affermando che, se confermata, lavorerà per rafforzare il rapporto con gli Stati Uniti, considerati “gli alleati più forti” dell’UE, e ha ammonito che Washington non può concentrarsi esclusivamente sulla Cina a discapito dell’Ucraina.

Tuttavia, il percorso politico di Kallas e le sue posizioni sollevano alcune domande. Ex premier di un paese di appena 1,3 milioni di abitanti e rappresentante dell’ala più estremista verso la Russia, è approdata alla guida della politica estera europea con un livello di approvazione del 16%, lasciando perplessi su quali meriti e qualifiche la abbiano portata a tale ruolo. La signora Kallas, infatti, non solo prospetta un’Europa più militarizzata, con la Cina come rivale e la Russia come nemico, ma si permette anche di suggerire agli Stati Uniti come gestire i rapporti con la Russia e il conflitto in Ucraina.

A questo punto, sorge una domanda fondamentale: Kaja Kallas rappresenta veramente gli interessi della maggioranza dei cittadini europei? La linea politica da lei dettata riflette davvero ciò che desidera la popolazione europea? E, se non corrisponde alla volontà della maggioranza, chi trae vantaggio da queste scelte?
Stefano Becciolini

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