La recente nomina di Robert F. Kennedy Jr. a capo della sanità pubblica negli Stati Uniti ha suscitato preoccupazioni nel settore farmaceutico, con conseguenti fluttuazioni nei mercati azionari.
Kennedy Jr., noto per le sue posizioni critiche nei confronti delle case farmaceutiche e delle campagne vaccinali, è stato scelto dal presidente Donald Trump per guidare le politiche sanitarie del paese.
Questa nomina ha avuto un impatto immediato sul mercato azionario: le azioni di Eli Lilly hanno registrato una diminuzione del 4,3%, Pfizer ha visto un calo del 2,6%, Moderna ha perso il 2,9% e BioNTech, partner di Pfizer nello sviluppo del vaccino anti-Covid, è scesa del 4,6%.
Le preoccupazioni derivano dalle dichiarazioni di Kennedy Jr., che ha espresso l’intenzione di affrontare la corruzione nelle agenzie sanitarie governative e di porre fine all’epidemia di malattie croniche, obiettivi che potrebbero influenzare significativamente le operazioni e i profitti delle grandi aziende farmaceutiche.
In Italia, la notizia ha suscitato reazioni tra gli esperti del settore. Ad esempio, l’epidemiologo Gianni Rezza ha sottolineato che, nonostante le preoccupazioni, i rischi di un governo estremista della sanità statunitense sono limitati, poiché la gestione del settore è in gran parte affidata ai singoli Stati e vi sono numerosi interessi consolidati da considerare.
Se Robert F. Kennedy Jr. dovesse portare alla luce malaffare e corruzione nelle industrie farmaceutiche, in particolare riguardo ai fondi stanziati per la ricerca, potrebbero verificarsi diversi scenari a vari livelli:
Lqe aziende farmaceutiche potrebbero affrontare gravi conseguenze economiche e legali, tra cui perdite finanziarie dovute al calo del valore delle azioni e alla perdita di fiducia degli investitori.
Sul fronte legale, rischiano indagini governative, cause collettive e richieste di risarcimento. Inoltre, una maggiore regolamentazione e la sospensione di fondi pubblici potrebbero ridurre significativamente i loro profitti.
Le politiche pubbliche potrebbero subire cambiamenti significativi, con l’introduzione di riforme regolatorie per migliorare trasparenza e supervisione dei fondi per la ricerca. I governi potrebbero ridurre o sospendere i finanziamenti verso aziende implicate in scandali, e rivalutare programmi vaccinali e farmaceutici con controlli più rigorosi su sicurezza ed efficacia.
Le rivelazioni potrebbero scatenare una mobilitazione pubblica con richieste di rendere conto verso governi e aziende, evidenziando conflitti di interesse tra industria farmaceutica, istituzioni sanitarie e politici. Essendo un settore globale, gli scandali potrebbero provocare riforme anche a livello internazionale.
Quali cambiamenti porterebbe in Italia un successo delle politiche di Kennedy, soprattutto per la Commissione governativa d’inchiesta sul Covid?
Un’affermazione internazionale delle iniziative di Kennedy Jr. potrebbe scuotere profondamente l’Italia, gettando nuova luce sulle scelte adottate durante la gestione della pandemia. La crescente attenzione mediatica attorno alle sue battaglie rischia di mettere sotto i riflettori anche le istituzioni italiane, chiamandole a rispondere di eventuali omissioni, errori o, peggio, intrecci poco limpidi tra politica, industria farmaceutica e professionisti sanitari.
Se le sue posizioni trovassero eco globale, l’Italia potrebbe trovarsi obbligata a riconsiderare le proprie strategie e a fare piena luce su responsabilità che finora potrebbero essere state taciute. Una pressione internazionale di questo tipo potrebbe rappresentare una svolta, costringendo il Paese a una profonda riflessione e, forse, a un radicale cambio di rotta sul tema della trasparenza e della fiducia pubblica, e perchè no, magari anche una lunga stagione di processi e di “Damnatio memoriae”.
Stefano Becciolini