Editoriale di COSIMO MASSARO
Il processo di dedollarizzazione avanza ulteriormente! Ed ecco che un altro Paese, in questo caso africano, lo Zimbabwe, si inserisce nel processo di dedollarizzazione del pianeta. Il Paese sud africano, nell’ulteriore tentativo di mettere fine all’iperinflazione di oltre il 50% che ha distrutto il dollaro locale, ha pensato di sostituirlo con una nuova moneta denominata Zig, sostenuta da un paniere di valute estere e da una riserva aurea.
John Mushayavanhu, Governatore della Reserve Bank dello Zimbabwe, in una sua dichiarazione pubblica, ha affermato quanto segue:
“Stiamo facendo quello che riteniamo utile per evitare che la nostra valuta locale muoia. Come ho detto, eravamo già in una situazione in cui quasi l’85% delle transazioni venivano effettuate in dollari USA, poiché la nostra valuta locale non veniva utilizzata per gli scambi commerciali. Con una valuta stabile, non vedremo massicce oscillazioni dei prezzi giorno per giorno. Una volta stabilizzata la nostra valuta, questa sarà maggiormente accettata nell’economia e vedremo sempre più persone utilizzarla per effettuare transazioni commerciali”.
Il dollaro dello Zimbabwe ha rappresentato la peggior moneta a livello mondiale, con una perdita di valore oltre il 70% in brevissimo tempo, il che ha spinto tutti a utilizzare quasi esclusivamente il dollaro statunitense. L’attuale contesto geopolitico, in questo momento storico però, non aiuta certamente lo Zimbabwe ad uscire facilmente da questa crisi economico-monetaria, perché finché rimarrà sotto la colonizzazione della moneta fiat emessa a debito dall’usurocrazia globalista, le cose non saranno facili. La nuova moneta con copertura aurea sarà sicuramente fortemente osteggiata dai globalisti perché, come al solito, chiunque metta in discussione il monopolio monetario rappresentato dal dollaro USA non fa mai una buona fine.
Un esempio per tutti è quello del presidente libico Gheddafi che nel momento in cui decise di far utilizzare il Dinaro d’oro invece del dollaro statunitense per l’acquisto del petrolio, sappiamo tutti la fine che gli hanno fatto fare. In pratica, lo Zimbabwe, per riuscire a portare avanti il suo piano di decolonizzazione da parte del mondo globalista, deve necessariamente mettersi sotto l’ala protettrice della Russia oppure della Cina, aderendo a quel mondo multipolare che si sta contrapponendo al mondo unipolare che non ha rispetto per tutti gli altri popoli.
Sicuramente esso dovrebbe conquistare una vera sovranità monetaria attraverso una propria valuta non emessa a debito e che rappresenti realmente la propria ricchezza nella sua complessità. Così come hanno già fatto ulteriori Paesi africani come il Gabon oppure il Niger che, dopo il colpo di Stato avvenuto nell’estate scorsa, ad oggi hanno tutto il sostegno della Russia tanto che, notizia di questi giorni, delle truppe russe sono entrate in una base aerea USA dando praticamente lo sfratto ai Marines americani. Infatti, nella Airbase 101 di Niamey, il Pentagono ha dovuto procedere al ritiro delle sue truppe per metterle in sicurezza.
La base aerea statunitense era stata costruita in Niger nel 2021 per ospitare un contingente americano, solo che dopo il suddetto colpo di Stato tutto è cambiato e il nuovo presidente, il generale Abdourahamane Tchiani, insieme alla sua giunta, ha preferito aprire una collaborazione con la Russia e con la Cina, estromettendo di fatto l’Occidente. Tanto è vero che, la scorsa settimana, il Paese africano ribellatosi ai globalisti ha anche chiesto ufficialmente a Washington di ritirare tutti i soldati statunitensi dal proprio Paese.