Varsavia, 12 dicembre 2024 – In un clima di crescente tensione internazionale, il Presidente francese Emmanuel Macron si trova oggi a Varsavia per discutere con il Primo Ministro polacco Donald Tusk la possibilità di schierare una forza militare europea in Ucraina. Questa operazione coinvolgerebbe circa 40.000 soldati provenienti dai principali Paesi membri dell’Unione Europea, rappresentando una delle più grandi mobilitazioni militari nella storia recente dell’UE.
Questa proposta, che torna prepotentemente sul tavolo diplomatico, solleva preoccupazioni in tutta Europa. La possibilità di un intervento militare diretto sul suolo ucraino apre scenari incerti e potenzialmente pericolosi, non solo per i Paesi coinvolti, ma per l’intero continente.
L’idea, già presentata da Macron all’inizio dell’anno, ha trovato inizialmente resistenze, in particolare da parte della Germania e di altri membri dell’UE. Tuttavia, con il recente cambio di strategia degli Stati Uniti, con Donald Trump, e il suo dichiarato disimpegno dai conflitti europei, l’Unione sembra orientarsi verso una maggiore responsabilità militare autonoma.
Le domande che emergono sono molteplici:
L’Europa è pronta ad affrontare le conseguenze di un intervento militare in Ucraina? Le famiglie italiane saranno disposte ad inviare i propri figli al fronte?
Quali garanzie di sicurezza sono state concordate (se concordate) con la Russia per evitare una possibile escalation?
Quanto costerà questa operazione ai contribuenti europei e quale sarà il reale impatto?
Ma soprattutto quale sarà il ruolo dell’Italia in questa scellerata avventura?
Organizzazioni pacifiste e analisti geopolitici avvertono che questa decisione potrebbe rappresentare un punto di non ritorno, trascinando l’Europa verso un conflitto diretto con la Russia.
I governi europei devono fare chiarezza su queste decisioni e la popolazione deve essere informata adeguatamente su queste scellerate decisioni e soprattutto sulle conseguenze.
La pace non può essere garantita con l’uso della forza senza una strategia politica solida e condivisa.
Stefano Becciolini