MALTEMPO e DISASTRO IDROGEOLOGICO: dove è la MAGISTRATURA

Nell’attuale emergenza maltempo che sta colpendo diverse regioni d’Italia, l’Emilia-Romagna, la Sicilia e la Toscana sono tra le più gravemente interessate. Eventi meteorologici stanno provocando esondazioni, allagamenti e moltissimi danni.
A Bologna il torrente Ravone è straripato, costringendo all’evacuazione precauzionale di diverse aree. Simili misure sono state adottate in altre zone della regione tra cui Bagnacavallo e Molinella, già provate dalle alluvioni del 2023.
In Sicilia  il fiume Salso è esondato a Licata, causando gravi disagi e allagamenti diffusi.
Nel frattempo è riesplosa la polemica tra governo e autorità locali sulla gestione e la manutenzione dei corsi d’acqua e delle infrastrutture idriche.
In Emilia-Romagna, nonostante i 343 milioni di euro stanziati per 402 progetti, molti lavori sono ancora in corso o in fase di progettazione. Inoltre i fondi necessari per i piani strutturali di prevenzione non sono stati ancora del tutto approvati.
Ad aggravare la situazione, diversi enti locali come il Genio civile, hanno dichiarato di non essere direttamente responsabili della manutenzione dei corsi d’acqua. Dall’altra parte le amministrazioni comunali spesso non dispongono delle risorse per gestire autonomamente il presidio idraulico aumentando così i rischi in caso di allerta meteo. 
Ma com’è possibile che a diciassette mesi dalle due devastanti alluvioni che hanno colpito la Romagna, ci ritroviamo di nuovo a contare i danni e le persone rimaste senza nulla?
Le responsabilità continuano a rimbalzare tra enti statali e locali. Tuttavia i fondi stanziati per affrontare il rischio idrogeologico e riparare i danni causati dalle alluvioni del 2023 in Emilia Romagna non hanno portato ai risultati previsti per diversi motivi, tra cui ritardi burocratici e assenza di coordinamento.
Che fine hanno fatto i soldi raccolti  dopo le alluvioni del 2023 per aiutare i cittadini che hanno perso tutto o quasi?
Ecco le cifre:
Oltre 52 milioni di euro raccolti  attraverso la campagna regionale “Un aiuto per l’Emilia-Romagna”,
provenienti da donazioni di cittadini, aziende, associazioni e altri enti.
A questi si aggiungono quasi 3 miliardi di euro provenienti da finanziamenti statali ed europei per la ricostruzione e la prevenzione del dissesto idrogeologico.
A questo punto l’unica soluzione per evitare di ritrovarci in primavera a contare nuovamente i danni è un auspicabile intervento della Magistratura. Sarebbe opportuno condurre indagini per verificare eventuali responsabilità o dolosità nel rallentamento delle azioni di prevenzione e ricostruzione. Ci sarà pure un giudice a Berlino……spero.
Stefano Becciolini

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