MARIO DRAGHI a BUDAPEST propone L’INDEBITAMENTO degli STATI EUROPEI

Mario Draghi a Budapest: Vertice Europeo sul Futuro della Competitività dell’Unione Europea
L’8 novembre, a Budapest, si aprirĂ  un importante vertice informale del Consiglio Europeo, al quale parteciperĂ  Mario Draghi. L’ex presidente della Banca Centrale Europea ed ex presidente del Consiglio in Italia, è incaricato di presentare e discutere il suo rapporto sul futuro della competitivitĂ  europea, giĂ  anticipato a Bruxelles nel settembre scorso.

Secondo Draghi, l’Unione Europea necessita di circa 800 miliardi di euro l’anno in investimenti che a suo dire saranno cruciali per supportare la transizione digitale, accelerare la decarbonizzazione migliorare la sicurezza e promuovere l’innovazione.
A Budapest, i leader europei esamineranno le modalità per mettere in pratica queste proposte, con un’attenzione particolare a misure che possano garantire la competitività dell’industria europea tramite incentivi strategici a lungo termine.

Non mancano però le divergenze tra i Paesi membri su come finanziare questo ambizioso piano. Alcuni governi sostengono l’idea di emettere nuovo debito comune per raccogliere le risorse necessarie, mentre altri preferiscono esplorare alternative che non richiedano nuovo indebitamento.
Per questo motivo, il vertice è considerato cruciale per stabilire un approccio condiviso che permetta gli investimenti senza compromettere la stabilità finanziaria dell’Unione.
A settembre, Draghi aveva dichiarato: “Il futuro dell’Europa dipende dalla nostra capacitĂ  di innovare e crescere in modo sostenibile, rafforzando le fondamenta economiche e tecnologiche.

La competitivitĂ  non è un’opzione, ma una necessitĂ  per garantire prosperitĂ  e stabilitĂ  ai cittadini europei.”
Alla luce dei recenti risultati elettorali negli Stati Uniti, che hanno visto la vittoria di Donald Trump e il probabile ritorno di una politica economica più protezionista, il piano di Draghi potrebbe ottenere maggiore attenzione e considerazione dai governi europei. Un esito diverso, come una vittoria di Kamala Harris, avrebbe probabilmente orientato l’Europa verso scelte diverse.
Stefano Becciolini

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