Guerre, stermini, dolore. È questo il volto della “nuova umanità”? È questo il nostro progresso? Siamo rimasti muti, insensibili e imperturbabili di fronte a un mondo che si sgretola sotto il peso delle sue stesse crudeltà. Le nostre certezze, così fragili, sembrano nasconderci dal dolore che ci circonda, come se potessimo separarci dalla miseria altrui con una barriera invisibile di indifferenza.
Pensiamo forse che la nostra sofferenza inizi dal 2020, come se il resto del mondo non avesse mai conosciuto il tormento? E ignoriamo, nel nostro egoismo, che la storia ci parla con la voce di chi è stato dimenticato, insegnandoci che nessuno è immune dalle tempeste del destino. I cicli di violenza e oppressione si ripetono, eppure noi continuiamo a ignorare il loro grido di avvertimento.
Troppo spesso ci perdiamo in un mare di domande, senza trovare risposte che abbiano il coraggio di sfidare la nostra comodità. Ma una certezza emerge tra le macerie del nostro tempo: NO ALLA GUERRA, SI ALLA VITA. È una chiamata a riscoprire la nostra umanità, a rinunciare ai conflitti e a costruire un futuro basato sulla dignità e sul rispetto reciproco. È solo attraverso questa scelta che un giorno potremmo definirci esseri umani.
Stefano Becciolini