Video scontri e proteste in Nuova Caledonia (colonia Francese)
Aggiornamento del 17/05/2024
Aggiornamenti sui disordini in Nuova Caledonia :Â ARRIVANO I MILITARI FRANCESI
500 soldati dell’Esercito francese sono atterrati ore fa a Noumea, in Nuova Caledonia, trasportati da due Airbus A330-243 MRTT dell’Air & Space Force. Proteggeranno i siti strategici dagli attacchi dei separatisti armati.
Editoriale di STEFANO BECCIOLINI
La tranquillità del territorio francese della Nuova Caledonia è stata sconvolta da due giorni di tumulto, con un saldo tragico di quattro morti, centinaia di feriti e decine di arresti. La scintilla di questa furia è stata la proposta di una riforma costituzionale da parte di Parigi, che ha scatenato un’ondata di proteste da parte dei residenti locali.
La riforma in questione mira ad estendere il diritto di voto nelle elezioni provinciali ai francesi che risiedono nell’arcipelago da almeno dieci anni. Tuttavia, questa mossa è stata accolta con veemenza dagli indipendentisti, attivi dal 1985, che temono che ciò aumenti il peso politico dei francesi a scapito degli indigeni.
A guidare le proteste c’è il movimento indipendentista locale, che si oppone fermamente alla riforma proposta da Macron fin dal 2021. Questo movimento ha già espresso la sua contrarietà dopo il terzo referendum, quando il premier francese ha manifestato l’intenzione di modificare l’ordinamento politico del territorio e le relative leggi elettorali.
Questa riforma non è solo una questione interna alla Nuova Caledonia, ma riflette anche la complessa dinamica geopolitica del Pacifico. In un momento in cui la regione è al centro delle tensioni tra Stati Uniti e Cina, la Francia cerca di rafforzare la sua presenza nell’area, suscitando resistenze e proteste da parte dei movimenti locali.
Breve storia della Nuova Caledonia: dalle origini all’attualitÃ
Nel 1774, il navigatore britannico James Cook fu il primo europeo a avvistare l’arcipelago, ma fu il francese James Louis de Bougainville a dare il nome di Nuova Caledonia nel 1774.
Durante il XIX secolo, la Nuova Caledonia divenne una colonia francese 1853, con l’arrivo di coloni francesi e l’istituzione di piantagioni di canna da zucchero e miniere di nichel. Questa colonizzazione portò anche all’insediamento di prigionieri politici provenienti dalla Francia, che contribuirono alla formazione di una società multiculturale.
Nel corso del tempo, la Nuova Caledonia ha conosciuto periodi di tensione e conflitto, inclusi scontri tra le popolazioni indigene e i coloni francesi.
Negli anni ’80 e ’90, la Nuova Caledonia fu teatro di violente proteste da parte dei movimenti indipendentisti, culminate con l’accordo di pace di Nouméa del 1998. Questo accordo ha creato un quadro per un maggiore grado di autogoverno, stabilendo un processo di decolonizzazione graduale e un referendum sull’indipendenza.
Nel 2018, è stato tenuto il primo di una serie di tre referendum sull’indipendenza, con la maggioranza che ha votato a favore del mantenimento dello status quo (53%). Anche i Referendum del 2020 e del 2021 hanno confermato i dati del 2018.
Tuttavia, le tensioni politiche e sociali persistono, con il dibattito sull’indipendenza che continua a dividere la società .
Curioso è l’appartenenza della Nuova Caledonia a una “collectivité sui generis”, uno status speciale all’interno della Repubblica francese. Ciò significa che gode di un certo grado di autonomia governativa, con un governo locale e un’assemblea territoriale. Tuttavia, la Nuova Caledonia rimane una parte integrante della Francia, con la quale condivide responsabilità in molte aree, tra cui difesa, sicurezza e politica estera.
L’indipendenza della Nuova Caledonia significherebbe per la Francia la perdita in quel luogo dell’ industria mineraria, in particolare sull’estrazione del nichel, che costituisce una parte significativa del suo PIL e delle esportazioni. Oltre al nichel, l’arcipelago produce anche ferro, cobalto e oro.
L’agricoltura, con produzioni come la canna da zucchero, la vaniglia e il caffè, è un’altra componente importante dell’economia. Anche il turismo è per la Nuova Caledonia una fonte di reddito in crescita grazie alle bellezze naturali dell’isola e dalla ricca cultura locale.
Se l’isola ottenesse l’indipendenza, ciò potrebbe significare una trasformazione importante per il suo futuro economico e politico.
Con un Prodotto Interno Lordo stimato intorno ai 9 miliardi di dollari per una popolazione di circa 271.000 abitanti, la Nuova Caledonia potrebbe aspirare a diventare una sorta di “Svizzera del Pacifico”. Questa prospettiva si basa sul fatto che, nonostante le dimensioni relativamente ridotte, la Nuova Caledonia potrebbe sfruttare le sue risorse naturali e il suo potenziale economico per diventare un Paese con un peso nella regione pacifica.
Stefano Becciolini