Che stiamo vivendo un momento molto pericoloso della storia Europea credo sia sotto gli occhi di tutti e nonotante molti di noi si sforzino di credere che andrà tutto bene, aleggia nell’aria quello spirito maligno di mobilitazione imminente.
Due guerre mondiali in cento anni , ma che hanno due caratteristiche diverse tra loro. La seconda guerra mondiale come qualche storico afferma, iniziò nel 1919 con l’iniquo trattato di Versailles che pose fine ufficialmente alla prima guerra mondiale, ma a causa delle pressioni Angloamericane frazionò gli stati usciti perdenti come la Germania e sopratutto l’Impero Asburgico in stati, senza tenere conto delle etnie presenti, causa principale delle tensioni successive e casus belli di Hitler per l’annessiome dell’ Austria dela cecoslovacchia e della Polonia divisa con Stalin con il Patto Molotov-Ribbentrop del 23 agosto 1939.
Diversa gestazione fu invece la Prima Guerra Mondiale che vide in poche settimane l’entrata in guerra della Triplice Alleanza contro la Triplice Intesa, dopo l’uccisione a Sarajevo da parte del nazionalista serbo bosniaco Gavrilo, dell’erede al trono dell’impero asburgico , Francesco Ferdinando, e di sua moglie Sofia.
Invito a fare una riflessione tra la somiglianza della psicologia globale della gente nel periodo che precede lo scoppio della Prima Guerra Mondiale ed il periodo in cui viviamo oggi.
L’attuale storico è un periodo in cui in Europa fatte salve alcune guerre che l’opinione pubblica ha percepito “periferiche” come la guerra in Serbia, in Bosnia e l’attuale guerra in Ucraina è stato definito un periodo di pace. Fondamentalmente la presenza negli arsenali mondiali di armi atomiche era stata considerata una garanzia per la pace, considerata una sorta di deterrente reciproco.
Poi con gli accordi
SALT 1 e 2 o Negoziati per la limitazione delle armi strategiche firmati da Unione Sovietica e U.S.A. negli anni settanta, questa certezza di vivere in un’epoca di pace si era consolidata. La gente che non si occupa o non conosce queste cose ha la sensazione che la guerra non esista, che la guerra sia un’evento estremamente remoto. E’ precisamente la stessa sensazione che vivevano gli europei nel 1914. Dopo 45 anni di pace dalla fine dell’ultimo conflitto nel continente europeo tra Prussia e Francia 1870/1871, vi erano state solo delle guerre che anche allora venivano definite periferiche , cioè le guerre balcaniche. Venivano viste in un mondo remoto, nonostante che la Serbia, la Bulgaria e l’Impero Ottomano fossero vicinissime con gli stati ed imperi europei, queste guerre venivano viste come esotiche, appartenenti ad altri popoli e combattute tra stati che non avevano quella sensibilità e cultura occidentale.
Per la gente del 1914 la guerra non esiste, ora mai il pensiero dell’opinione pubblica e’ quello di essere talmente evoluti e civili che nessuna guerra può scoppiare in Europa. I contemporanei ne sono talmente convinti che quel periodo storico prende il nome di Belle Èpoque, sono convinti di vivere in un periodo fortunato e felice che non debba mai finire. La Prima guerra Mondiale, uno dei conflitti più terribili nella storia degli ultimi duemila anni, scoppia appunto in quindici giorni tra il 28 luglio ed il 10 agosto del 1914 e tutti i Paesi d’Europa tranne l’Italia e pochi altri passano dalla Belle Èpoque alla mattanza e devastazione del conflitto. Noi sappiamo che studiando gli elementi precedenti al conflitto vi erano tutti i segnali che l’avrebbero fatta scoppiare, ma allora per la gente era totalmente inaspettata.
Il parallelismo del periodo storico della Belle Èpoque e l’attuale e’ nell’assoluta sventatezza ed incapacita’ di comprendere quello che realmente sta accadendo non più nei palazzi aristocratici del ‘900 ma nelle riunioni dei Capi di Stato e vertici NATO e nei convegni dei vari Forum di Davos e Bilderberg per citarni alcuni.
Ma mentre allora venivano studiate e prodotte nuove e micidiali armi grazie all’evoluzione tecnologica, ora vengono pianificati a tavolino nuovi modelli sociali di vita usando tecnologie che ci porteranno ad un nuovo paradigma sociale. Ma la sostanza non cambia ed il risultato è stato e sarà il profondo cambiamento della società.
Abbiamo vissuto l’illusione che non sarebbe mai scoppiato un conflitto nucleare , che non si sarebbero mai usate le atomiche, ma una regola dei militari e’ che se hanno un’arma la usano ed anche Nagasachi e Hiroshima confermano questa regola.
Stefano Becciolini
ATTENZIONE: Invia anche tu una Mail al Governo Italiano ed ai Parlamentari Europei pet dire “NO ALLA RICLASSIFICAZIONE ENERGETICA DELLE ABITAZIONI“
SOSTIENI L’ INFORMAZIONE LIBERA E INDIPENDENTE
Un tuo contributo, può dare la forza per mantenere il progetto di “Infofmazione Libera ed Indipendente” del nostro e vostro Canale.