Continuano le proteste degli studenti nei campus universitari, con centinaia di arresti tra gli studenti e i docenti che protestano contro lo sterminio del popolo palestinese a Gaza e contro lo stanziamento di 95 miliardi di dollari a favore dell’Ucraina, di Israele e di Taiwan, approvati dal Senato con l’appoggio dei Repubblicani di Donald Trump. Solo alla New York University ci sono stati 150 arresti.
Durante gli scontri, la polizia della Georgia utilizza taser, proiettili di gomma e gas lacrimogeni contro attivisti e manifestanti.
Le manifestazioni sono iniziate già la scorsa settimana alla prestigiosa Columbia University, ateneo di New York, dove è stato allestito un “accampamento di solidarietà”, iniziativa simbolica a favore degli sfollati palestinesi. Ai vertici della prestigiosa istituzione, i ragazzi chiedono di tagliare i legami economici con Israele. Istanze che vengono bollate come “antisemitismo” dal leader dell’opposizione di Tel Aviv, Yair Lapid, che su X scrive: “Ciò che sta accadendo nei campus universitari americani è imperdonabile”. Oltre a essere un segno di “antisemitismo”, rappresenta secondo Lapid un “sostegno al terrorismo e ad Hamas che uccide le persone LGBT e opprime le donne. L’amministrazione non può restare a guardare, deve intervenire”.
Nota della redazione: Guardando le immagini provenienti dai campus universitari americani, mi sorge spontanea una domanda: cosa scriverebbero i giornali e quali lunghissime trasmissioni condotte da Mentana e Vespa, con i suoi plastici, saremmo costretti a sopportare se gli scontri fossero avvenuti a Mosca o a Teheran?