Video della CNN tradotto in lingua italiana
L’esercitazione condotta nel 2022 dalla Fondazione Bill & Melinda Gates, in collaborazione con il Johns Hopkins Center for Health Security e l’OMS, immaginando una pandemia mortale nel 2025, ha sollevato molteplici questioni, non solo sanitarie ma soprattutto etiche e politiche. La simulazione, che prevedeva una pandemia globale causata da un ipotetico virus SEERS (Severe Epidemic Enterovirus Respiratory Syndrome), ha posto l’accento sull’importanza del controllo delle informazioni per preservare la fiducia pubblica durante una crisi. Tuttavia, le sue implicazioni sollevano preoccupazioni serie sui rischi per la democrazia e sulla possibile manipolazione delle masse.
Le caratteristiche della simulazione: SEERS
1. Un virus ad alta letalità: Rispetto al COVID-19, l’ipotetico SEERS presentava un tasso di mortalità significativamente superiore, con impatti devastanti sui bambini, aumentando il livello di allarme sociale.
2. Pianificazione strategica: La simulazione ha analizzato non solo le risposte sanitarie, ma anche gli strumenti per controllare la narrazione pubblica, con un’enfasi sulla gestione delle informazioni e sul contrasto alle cosiddette “teorie del complotto”.
Gli esperti coinvolti nell’esercitazione hanno sottolineato la necessità di “combattere la disinformazione” per mantenere l’ordine sociale. Questo, però, potrebbe tradursi in un controllo diretto o indiretto dei media, limitando la libertà di espressione, come avvenutlo dal 2020.
Durante la pandemia di COVID-19, molte voci critiche sono state censurate o ridicolizzate. La possibilità che ciò si ripeta in una futura emergenza sanitaria solleva interrogativi sul confine tra prevenzione e autoritarismo.
Se il controllo dell’informazione diventa uno strumento per limitare il dibattito pubblico e imporre una narrativa univoca, si rischia di allontanarsi dai principi democratici, favorendo la concentrazione del potere decisionale nelle mani di pochi.
Ritorno al “terrore pandemico”?
Questa simulazione e il suo focus sul controllo delle masse coincidono con una fase storica in cui la fiducia nelle istituzioni è ai minimi storici. Dopo due anni di guerra in Ucraina e con la prospettiva di una risoluzione del conflitto grazie al nuovo governo Trump, l’idea di una nuova emergenza globale potrebbe essere vista come un mezzo per reimporre misure straordinarie e spostare l’attenzione dai reali problemi geopolitici.
L’Italia, che ha già vissuto restrizioni draconiane nel 2020, rischia di essere nuovamente un laboratorio per misure anti-democratiche. L’eventuale ritorno di una situazione di emergenza sanitaria potrebbe fornire la giustificazione per limitare ulteriormente diritti e libertà, con conseguenze gravissime per la società civile.
Stefano Becciolini
Trascrizione del servizio della CNN:
Le autorità di due paesi dell’America Latina hanno segnalato all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) diversi focolai di una nuova malattia infettiva che si sta diffondendo misteriosamente nella regione. Questa malattia è stata identificata come sindrome respiratoria da entravirus epidemica grave 2025. Nelle ultime sei settimane, sono stati segnalati 500 casi confermati o sospetti. Si teme che il virus possa causare una grave pandemia se gli sforzi iniziali di contenimento e mitigazione non avranno successo. La pandemia in questa situazione rappresenta un rischio per la sicurezza sanitaria globale.
Le pandemie hanno implicazioni di natura politica e finanziaria, oltre che sanitaria,. Il coinvolgimento dei leader nazionali è cruciale e non si possono prendere decisioni importanti senza la loro partecipazione e approvazione. È fondamentale sostenere le risposte locali o nazionali, addestrando e fornendo strumenti al personale locale, e proteggendolo. Inizialmente, è essenziale anche la solidarietà regionale. La comunicazione è un elemento chiave, e dovrebbe coinvolgere non solo scienziati con dati ma anche leader sociali, religiosi e politici.
La fiducia è un fattore essenziale e nel 2025 è stata messa a dura prova tra i paesi, le popolazioni, i sistemi sanitari e i governi. È necessario rafforzare il sistema sanitario. L’OMS deve essere una voce per chi non ha voce e la sicurezza di ognuno dipende dalla sicurezza di tutti. Ad oggi, ci sono stati circa 1 miliardo di casi in tutto il mondo, con oltre 20 milioni di decessi, inclusi quasi 15 milioni di bambini. Innumerevoli persone sono sopravvissute ma con paralisi o danni cerebrali. I paesi che hanno avuto più successo sono quelli che hanno investito nella preparazione e si sono addestrati in anticipo, con team dedicati alla preparazione e alla risposta alle pandemie, pianificazione operativa dettagliata e test di piani attraverso esercitazioni. Se più paesi avessero partecipato e seguito le linee guida, il bilancio della pandemia avrebbe potuto essere inferiore.