Violenza di Stato contro nonviolenza di cittadini Editoriale di FULVIO GRIMALDI
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“Sancho”: mia intervista: “Botta e risposta”Â
Il governo dei draghi e il suo braccio violento al Viminale infilano in una pacifica manifestazione di gente saggia e previdente, che ha capito tutto e che, pacificamente, va in piazza per l’ennesima volta, un gruppo di violenti disadattati e li scorta fino all’obiettivo da sfasciare. Da rompere insieme ai tre poveri gendarmi lasciati lì a fare le figurine belle e sacrificabili (cosa che da sola varebbe dovuto innescare il passaggio delle intere forze dell’ordine tra le fila dei manifestanti). Poi manda in piazza gli sfasciati, trasformati da servi gialli del potere in eroi dell’antifascismo. Ai non storditi da Mentana, o Formigli, risulta che fanno tutto questo in difesa di un iperfascismo 2.0, detto anche totalitarismo biopolitico. Si chiama paradosso ed è utile nel confondere e controllare le masse.
Il governo dei draghi e il suo braccio violentissimo infieriscono per ore, con armi provoca-Covid, polmonite e cataratta, su un gruppo di pacifici e inermi portuali, inermi e, non contento, li riscaldano, fradici come sono, a suon di roventi manganellate. Provvedimenti inevitabili, anzi, dovuti, per chi contesta il green pass – misura di Draghi, non legge di natura – ed è un potenziale terrorista, certamente fascista, strutturalmente violento e che, da ottuso bifolco, abbassa a livelli infimi il QI medio degli italiani.
E che dice, il presidente, che dice?
Il presidente di tutti gli italiani, assiso su un colle dal quale vede benissimo San Pietro, Palazzo Chigi e, appunto, il Viminale, ma non molto di ciò che sta sotto, elargisce alla folla il suo sereno ed equo giudizio: “Sorprende e addolora che proprio adesso che vediamo una ripresa incoraggiante, economicamente, socialmente, culturalmente (l’ho detto sopra, cosa si vede dal Quirinale), esplodono fenomeni, iniziative e atti di violenza, di aggressiva contestazione, quasi a voler ostacolare, intercettare la ripresa che il paese sta vivendo”.
L’accusa è pesante, gravissima. Sabotaggio delle buone sorti della nazione, alto tradimento, si direbbe. Ascoltate in tv queste solenni e gravi parole, me ne sono andato a letto molto tranquillizzato. Le nostra autoritĂ Â non consentiranno piĂą a nessuno, nemmeno a Lamorgese, di andare – o mandare energumeni – ad assaltare la CGIL, di incoraggiare dal palco sindacale di San Giovanni allo sgombero e pestaggio di operai a Trieste e, appunto, a forze dell’ordine di ridurre portuali in poltiglia fradicia a forza di mazzate idriche. La ripresa può procedere e, così, l’abbuffata dei migliori e dei loro sponsor.
Un filo nero che viene da lontano
Il filo nero come il catrame nel quale questi cementificatori di prati e di menti hanno avvolto il paese, per poi porgerlo in queste condizioni agli esiti politici della nuova peste e al suo potenziatore genico, si è fatto regime del terrore globale. Non si tratta di guerra a un morbo. Si tratta di un morbo che si pretende di combattere con un contromorbo piĂą nocivo. In altre parole si tratta di condurre una guerra contro un popolo che si pone fuori dagli schemi, usi e profitti pianificati dall’oligarchia globalista e totalitaria. Tanto da non ritrovarci piĂą come il popolo del presidente di tutto il popolo. Una guerra per il controllo totale su individui e societĂ , col complementare annientamento delle identitĂ nazionali, sociali, culturali, lavorative, storiche.Â
A questo servono governi come quello del collaudato banchiere goldmansachsiano ed eurocentrale. Un regime di non eletti, con un parlamento in time out, di amministratori degli interessi dei giganteschi accorpamenti economici e delle relative aristocrazie famigliari. Un regime protetto dallo scudo di un apparato mediatico comprato e cooptato, a difesa dalle rivendicazioni costituzionali di un popolo che si vuole rinchiuso ed escluso. Rivendicazioni considerate arcaiche, obsolete e controproducenti per tutti gli ambiti nei quali si realizzerĂ l’avvenire.
Le Moire cambiano partito
Le Moire, o Parche, sono le tre figure femminili divine che sovrintendono ai destini dell’uomo, tessendone il filo e tagliandolo quando la vita terrena deve concludersi. Forse illuse dalle apparenze e vittime dell’ontologica mendacia della Medusa dai rettili per capelli, quella che pietrifica chi osa affrontarla, si erano fatte convincere che le loro forbici dovessero recidere il filo rosso della vita dei tanti.Â
Constatato, però, l’esito crudele e ingiusto del loro operare, un’ecatombe da coprire la Terra, privandosi così dei loro interlocutori umani, le Moire si resero conto dell’inganno. Capirono di essere state indirizzate sull’obiettivo ingiusto.. Ascoltate le assordanti voci di veritĂ che si levano verso di loro da tutto il pianeta e dato uno sguardo a Trieste, hanno risolto di occuparsi di altri fili da tagliare, quelli neri, quelli dei pochi, cari alla Medusa. Anche perchĂ©, altrimenti, gli sarebbe rimasto poco da recidere e la funzione assegnatagli dagli dei si sarebbe esaurita, con inestimabile danno agli equilibri della vita.
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Loro squadristi e Speranza, noi lavoratori e Premi Nobel
La perdita del controllo assoluto sul corso degli eventi e sulla capacitĂ di intendere e volere degli umani, che si rivela nelle piazze e nei rifiuti ai diktat, deriva dalla presa di coscienza di un numero crescente di persone. Numero che dagli addetti ai lavoro viene trattato alla pari del numero degli effetti avversi e dei decessi dei noti impianti. Coscienza determinata vuoi dalle cazzate e avventatezze commesse da congiurati inetti o malfattori, vuoi da chi, in tutto il mondo, competentemente ha saputo opporre veritĂ a balle, fatti a invenzioni. Da una parte Montagnier, o Malone, dall’altra Burioni e Speranza, a sintetizzare.
E allora ecco Trieste, Milano, Genova, Roma, Torino, Napoli, Firenze e decine di cittĂ grandi e piccole. Questi stupidotti dal “pugno di ferro” e dalla carta green anche agli acari nel materasso, diversamente da tutti gli altri, in Europa e fuori, non hanno capito che mai lo zuccherino, mai la pausa, mai la boccata d’aria, finiscono col farsi boomerang. E, con un’evidenza solare, rimasta oscura solo a questi bolsi cretini spurgati dai caveau, tornano indietro sopratutto se questo cappio, che solo stringe e mai s’allenta, lo metti al collo di chi può decidere se si continua a produrre o no. Gente che si diceva estinta o quasi, ma senza la quale nessun robot, per ora, ti squarterĂ il bue, ti guiderĂ il tram, incollerĂ i mattoni della tua casa, o coltiverĂ le tue melanzane.
Il momento sarebbe adesso, prima che le macchine si parlino fra di loro, senza nemmeno farti intervenire, o ascoltare. Una volta si occupavano le fabbriche.
Profitti di guerra
Chiudo con qualche notiziola simpaticamente significativa. Tra Pfizer e Moderna, quelli del liquidino tossico con dentro di tutto, dalla penetrazione nelle nostre vene e cellule ricaveranno entro il il 2022, 93 miliardi di dollari, che si aggiungeranno a quelli giĂ ricevuti dall’umanitĂ plebea sotto forma di stanziamenti di Stato. Così supereranno finalmente i loro connazionali del militare che, come loro, si sono rifatti castello e parco spremendo il sangue da una serie di popoli. E’ il caso di lasciarli fare?
Grazie alla così definita pandemia, sono sbocciati nel mondo da essa globalizzato ben 130 nuovi miliardari, di cui sentivamo un angosciante mancanza, con la loro nuova ricchezza di 2,1 trilioni di dollari. Un prelievo dalle tasche degli esseri umani normali da rendere quello dei Rothschild, Rockefeller e Warburg nel corso del secolo passato, nonostante i profitti da due guerre mondiali, un’operazione da briganti di passo.
Roba da fare incazzare la classe operaia, i lavoratori in genere, al punto da farsi sparare cannonate di acqua gelata in faccia per un paio d’ore e subire mazzate in testa, senza retrocedere. Roba che neanche il preparato letale dei grandi cerusici e stregoni genico-chimici era riuscito a provocare. Dalla guerra biopolitica dall’alto in basso, alla vecchia cara lotta di classe dal basso all’alto.
Ciò che conta ora, è non restare alla finestra.Â
P.S.
Via Rasella a Kabul
Enrico Mentana, inspiegabile fenomeno di propagandista e delatore cui si è data la patente di giornalisti professionista, a proposito di un convegno a Kabul di famiglie di caduti nella lotta di liberazione dagli occupanti colonialisti e stragisti, al tg La7, ne parla con adolorata indignazione nei confronti dei Taliban massacratori, usando termini come “orrore”, cinismo”, barbarie. Parlerebbe anche così dei partigiani che, nella loro lotta di liberazione da occupanti stragisti, hanno fatto saltare per aria una colonna di poliziotti sudtirolesi, per cui poi le Fosse Ardeatine, con tanti correligionari dello stesso Mentana?
Il compagno di Trieste
Andrea Cantoni, consigliere comunale di ”Sinistra italiana”, sui portuali di Trieste si pronuncia così: ”Va bè, ma è un presidio di minorati mentali, capre no vax e feccia sottoproletaria, guidati da ratti neri e rossobruni”. A quando la chiusura dei covi della “sinistra” fascista per mano dei compagni di Fratoianni?
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