Trump avvia una riorganizzazione del Pentagono per sostituire i vertici non allineati, puntando su una leadership orientata alla sicurezza nazionale e meno focalizzata su tematiche sociali.
Washington, 13 novembre 2024 – Il team di transizione del presidente eletto Donald Trump ha avviato i lavori su un piano per riorganizzare la leadership del Pentagono, con l’obiettivo di rimuovere diversi alti ufficiali militari considerati non allineati alle politiche e alla visione del presidente. La notizia, riportata dall’agenzia Reuters, è stata confermata da fonti interne.
Tra i nomi principali figura il generale dell’Aeronautica C.Q. Brown, attuale presidente dello Stato Maggiore Congiunto, che potrebbe essere tra i primi a lasciare l’incarico. La motivazione risiederebbe nei suoi legami con l’ex presidente dello Stato Maggiore, Mark Milley, e in una percepita mancanza di allineamento con la nuova amministrazione.
Oltre a Brown, potrebbero essere coinvolti anche altri membri dello Stato Maggiore Congiunto, come i capi delle diverse branche delle forze armate – Esercito, Marina, Marines, Guardia Nazionale e Space Force. L’intento sarebbe quello di sostituire questi ufficiali con figure più in sintonia con la strategia del presidente eletto.
Durante il suo primo mandato, Trump ha avuto relazioni tese con i vertici militari, che hanno portato a frequenti cambi nella posizione di Segretario alla Difesa. La lista attuale riflette la volontà di evitare situazioni simili, assicurando che le posizioni chiave siano occupate da personalità di fiducia, in grado di supportare e attuare le sue direttive. Tra i candidati per il ruolo di Segretario alla Difesa ci sono il rappresentante Mike Rogers e il tenente generale in pensione Keith Kellogg.
Trump ha espresso l’intenzione di riorganizzare la struttura militare per allontanare ufficiali che, a suo giudizio, hanno posto un’enfasi eccessiva su questioni sociali e di giustizia razziale, ritenute poco pertinenti per la sicurezza nazionale. Anche il vicepresidente eletto J.D. Vance ha sostenuto apertamente queste intenzioni, auspicando un ritorno a una politica di difesa centrata sulla sicurezza nazionale.
La strategia di Trump ha già suscitato preoccupazioni tra analisti e membri delle istituzioni, che temono che tale approccio possa generare tensioni interne e avere ripercussioni impreviste sul funzionamento delle forze armate statunitensi. Tuttavia, la nuova amministrazione ha confermato il proprio impegno a rispettare il mandato ricevuto dagli elettori, puntando a un Pentagono guidato da leader fedeli e competenti.
Stefano Becciolini