La manifestazione imponente a Valencia del 9 novembre 2024 ha portato in piazza oltre 130.000 persone, che si sono radunate per protestare contro la gestione dell’emergenza alluvionale da parte del governatore della Comunità Valenciana, Carlos Mazón, leader del Partito Popolare. Convocata da 68 gruppi e organizzazioni sociali, la mobilitazione rappresenta una delle più grandi proteste recenti nella città, segno della crescente frustrazione e della richiesta di responsabilità da parte delle istituzioni locali.
L’alluvione ha colpito Valencia in maniera devastante il 29 ottobre 2024, con una serie di piogge torrenziali che hanno causato inondazioni senza precedenti. Il bilancio delle vittime è stato pesante, con centinaia di case distrutte, infrastrutture danneggiate, e una vasta area della città e delle periferie colpita da blackout e scarsità di risorse. L’intensità e la violenza dell’alluvione hanno generato critiche non solo per la scarsità di preavvisi e di misure preventive, ma anche per la mancanza di interventi tempestivi da parte del governo regionale durante l’emergenza stessa.
I cittadini accusano il governatore Mazón di aver sottovalutato la crisi e di non aver agito con sufficiente rapidità per informare la popolazione dei rischi. Durante il corteo, la folla ha scandito slogan come “Mazón dimisión” (Mazón dimettiti) e “Il popolo moriva e Mazón mangiava,” alludendo alla percezione che il governatore fosse poco empatico e distante rispetto al dramma che si consumava sul territorio. Inoltre, sono stati depositati davanti alla sede del governo regionale decine di paia di scarpe coperte di fango, un simbolo fortemente evocativo che richiama la sofferenza delle persone colpite.
Questa manifestazione non è stata l’unica occasione per la popolazione di esprimere dissenso. Durante le visite ufficiali del re Felipe VI, della regina Letizia e del premier Pedro Sánchez nei giorni successivi all’alluvione, molti cittadini hanno manifestato apertamente il proprio malcontento. La popolazione locale ha accusato le istituzioni di una certa distanza emotiva dalla tragedia, e in molti hanno criticato la visita delle autorità come “simbolica,” priva di misure e interventi concreti per migliorare la situazione sul campo.
A seguito delle proteste, il governo centrale e le autorità locali hanno dichiarato di voler investire maggiormente nella prevenzione delle emergenze idrogeologiche.
Tuttavia, i manifestanti sostengono che le misure preventive avrebbero dovuto essere implementate da tempo, e che l’alluvione ha messo in luce le carenze strutturali della gestione locale. L’opposizione ha chiesto che si apra un’inchiesta per analizzare l’efficacia della risposta regionale, e il governo regionale ha dichiarato che verrà realizzato un piano per migliorare la gestione delle future emergenze.
Molti in Spagna e non solo chiedono anche che sia fatta chiarezza sulle perplessità mosse dall’l’agenzia meteorologica spagnola El Tiempo nel mese di agosto scorso che ha lanciato un avvertimento sui rischi del cloud seeding, segnalando l’uso di questa tecnica da parte del Marocco per intensificare le piogge. In particolare, il paese magrebino ha avviato oltre 20 progetti con l’obiettivo di aumentare le piogge fino al 15% nelle aree strategiche, una misuramassiccia per rispondere alla crisi idrica del paese.
Stefano Becciolini