L’anno scolastico 2024/2025 sta per iniziare e come sempre, è caratterizzato dai tagli all’istruzione pubblica. Negli ultimi anni, infatti, il settore dell’istruzione in Italia è stato oggetto di pesanti ridimensionamenti finanziari, con conseguenze gravi che minano l’affidabilità e la serietà della scuola pubblica.
Temo però che questa volta stiamo superando ogni ragionevole limite .
Circa 700 scuole rischiano la chiusura o l’accorpamento a causa del "dimensionamento scolastico", una misura che prevede la fusione o la soppressione di istituti, colpendo principalmente le regioni del Sud Italia: come Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Parallelamente, il "Fondo di Finanziamento Ordinario" delle università subirà una riduzione di 173 milioni di euro, mettendo a rischio diversi servizi essenziali.
La domanda più logica da porsi è: dove finiranno i fondi risparmiati e non erogati a un settore così cruciale come l’istruzione?
La risposta non vi sorprenderà: saranno dirottati verso la spesa militare!
Nel 2024, il bilancio per la difesa aumenterà di circa 1,4 miliardi di euro, portando la cifra totale a 28,1 miliardi.
Questo incremento è parte degli impegni presi con la NATO per raggiungere il 2% del Prodotto Interno Lordo, destinando i fondi all’acquisizione di sistemi d’arma e alle missioni militari all’estero.
L’impegno è stato preso dal governo italiano guidato da Mario Draghi nel 2022 e vincola sia il governo attuale che i futuri a
rispettare tale obiettivo entro il 2028.
"Una nazione che investe nelle armi invece che nell’istruzione, semina violenza e raccoglie ignoranza."
Stefano Becciolini